Un’estate come quella del ’45?

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Dicono che un luglio così caldo non c’era stato dal 1945. Leggi queste cose e tu cominci a sperare. Che faccia fresco? No, che sia davvero come il 1945. Perché quella del ’45 fu la vendemmia delle vendemmie, un’annata irripetibile, ancora più reputata di quella del ’61. A Bordeaux, soprattutto.
A rendere unica la vendemmia del ’45 furono soprattutto tre fattori. Due – come dire – “immateriali” e uno legato all’andamento meteo. Ovvio che a buona parte del fascino di quei vini è legato al fatto che quella fu l’annata “de la victoire”, della sconfitta del nazismo e delle sue filiazioni. Poi, fu il vino “delle donne”, perché furono le donne di Bordeaux a doversi occupare delle vigne e della vendemmia e della vinificazione, dato che gli uomini tornarono un po’ alla volta dalla guerra, dagli ospedali, dai campi di concentramento. Infine, il clima. In maggio ci fu a Bordeaux una gelata terribile, la gelée noire. L’estate invece fu particolarmente calda e siccitosa. L’effetto congiunto del gelo della tarda primavera e della calura estiva portò a rese bassissime e a concentrazioni altissime. Tant’è che i vini de ’45, tannicissimi, hanno cominciato a maturare anni e anni dopo, e ancora adesso sono talvolta assai giovani.
Capiamoci, è inutile illudersi, non sarà così. Per fortuna non c’è fine di guerra da celebrare, e nemmeno c’è stata una primavera tribolata. Di uva, poi, non mi pare ce ne sia molta dappertutto, ma comunque ce n’è. Semmai, il rischio è che quest’estate sia come quella del 2003, quando la freschezza acida si perse per strada, a fronte dal caldo insopportabile.
Come sempre, vedremo. Però evocare l’estate del ’45 fa sognare l’appassionato del vino.