Una nuova via per il Soave

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Una nuova via per il Soave? La domanda, volutamente provocatoria, mi viene spontanea dopo l’attento assaggio (o meglio lenta bevuta) di questo splendido vino, Le Rive 2006 di Suavia. Dieci anni sono una età che mi pare giusta per capire come sia veramente un vino. Nel senso che non ci sono finzioni, il vino è quello, né troppo giovane per poterlo pensare acerbo, né troppo vecchio per rischiare di trovarlo decadente.
Le Rive ha sempre giocato sul filo di una maturità spinta, qualche volta con un filino di zucchero residuo che qui assume toni di nobiltà. Ed è qui che vorrei capire se il Soave può davvero “giocare” a fare come fanno i grandi vignalioli alsaziani e in parte anche i tedeschi. Una maturità adulta che non significa stanca dolcezza, ma ricchezza di frutto. E qui i frutti ci sono, eccome. Da quelli esotici di ananas e mango a quelli di pesca matura. E poi fiori (ormai  secchi vista l’età del vino), spezie e rosmarino. Un naso affascinante e cangiante.
Ma credo sia la beva a fare la differenza, come deve essere. Un sorso ricco e dinamico, dotato di vigore e freschezza. E che lunghezza. Vorrei che altri si cimentassero in questo esercizio, che mi rendo conto non è dei più facili. Ma il territorio pare prestarsi e quindi coraggio, provateci.
Soave Classico Le Rive 2006 Suavia
(92/100)

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