Un sorso di Abruzzo, la Costa dei Trabocchi

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Calici di Stelle 2017 è stata la scusa per un breve ma intenso tour in Abruzzo, coordinato da Omar D’Incecco di Omerika.

L’idea era di fornire una immagine diversa di questa regione a cavallo tra mare e monti, che rifuggisse da certi stereotipi da turismo nazionalpopolare. Quindi una immersione intrisa di piacevolezza tra le eccellenze culinarie e vinicole, accompagnata da pochi ma pregnanti rimandi alla cultura e alla storia dei luoghi.

Mi ci soffermerò con due pezzi. Il primo è dedicato alla Costa dei Trabocchi.

La Costa dei Trabocchi

La macchina pareva vivere d’armonia propria, avere un’aria e un’effige di corpo d’anima”.
Gabriele D’Annunzio, Il Trionfo della Morte

Il tratto di mare abruzzese detto Costa dei Trabocchi prende nome dai “trabocchi”, vere e proprie macchine da pesca interamente costruite in legno. Si tratta di una piattaforma sorretta da lunghi pali, dalla quale i pescatori calano le loro reti in mare. Il tutto è collegato alla terraferma da una stretta passerella in legno poggiata su pali, ovviamente di legno. Alcune di queste strutture sono molto lunghe, altre più spartane, altre ancora sono state trasformate in ristoranti di pesce.

I trabocchi si possono ammirare sul tratto di costa appena a sud di Ortona e fino a Fossacesia. Se ne trovano anche più a sud, fino in Puglia, ma è qui che c’è la più alta concentrazione di strutture. Ed è anche una zona particolare dal punto di vista paesaggistico. Si passa dalle spiagge sabbiose e basse del teramano ad un alternarsi di scogliere rocciose e calette riparate. Un panorama suggestivo che affascinò anche D’Annunzio, che ne racconta nel Trionfo della Morte. “Quella catena di promontori e golfi lunati dava immagine di proseguimento di offerte, poiché ciascun seno recava un tesoro cereale”.

Noi abbiamo potuto visitare il trabocco di Punta Fornace a San Vito Marina. La cucina marinara è stata anche superiore alle attese, precisa e saporita, semplice ed efficace. Doveva essere uno spuntino, ma la definizione non gli rende sufficientemente merito.

Poco più a sud, nel comune di Fossacesia, una dolce collina ospita uno dei monumenti più interessanti della regione, l’abbazia di San Giovanni in Venere. È uno dei pochi complessi cistercensi perfettamente conservati in regione, e risale al XIII secolo. Si compone di una basilica affiancata ad un monastero, e domina un lungo tratto di costa. Una visita consigliata.

Tornando a cose più mangerecce, le scelte per pranzo e cena sono cadute su due ristoranti dall’alto profilo. A dispetto di un nome quanto meno discutibile, BR1 Cultural Space si è rivelato un luogo particolarmente adatto ad unire territorio, inteso come paesaggio, e cultura materiale.

Montesilvano Colle è un borgo di carattere. Affacciatevi dal suo belvedere e riuscirete ad abbracciare con un solo sguardo il mare Adriatico e il Gran Sasso. Andateci al tramonto e lo spettacolo sarà garantito. Lo chef Errico Recanati (una stella Michelin) vanta esperienze da Vissani e Pietro Leeman… e con la mamma.

La transizione tra passato e presente si percepisce dai suoi piatti. Una cucina che definisce neorurale, per l’uso di spiedo e brace accanto a tecniche più inventive. Una fusione che in alcuni piatti riesce a creare accostamenti di sapori molto puliti ed essenziali. In altri piatti la voglia di andare oltre non conduce ad un risultato altrettanto felice, ma questo ci può stare in un menu molto articolato. C’è anche da dire che Errico è da poco ai fornelli del BR1 e quindi va lasciato del tempo per i necessari aggiustamenti. Termino dicendo che il ristorante è anche un albergo di charme, e che sono ospitate sculture e dipinti di artisti di fama mondiale. Come dire che da BR1 si esce anche con l’occhio soddisfatto.

Altra tappa gastronomica è stato il ristorante Al Metrò, a San Salvo Marina. La guida Michelin ha premiato i fratelli Antonio e Nicola Fossaceca con una stella nel 2013. Per certi versi siamo sul versante opposto del BR1.

Qui è tutto essenziale, quasi monastico e dimesso nel decoro. Tutto è in funzione del piatto, non ci devono essere distrazioni. Il pesce dell’Adriatico è il protagonista assoluto, non si transige sulla qualità della materia prima. Antipasto con gambero pop in salsa rosa, cialda all’acciuga cantabrica e baccalà, polpetta con ventricina e salsa di pomodoro. Segue una meravigliosa ricciola marinata e arrostita con verdure erbe e salsa agrodolce. Una composizione cromatica di notevole effetto, ma soprattutto buonissima. Molto riuscito anche il risotto con salsa verde di fagiolini, calamaretti scottati e polvere di alga verde. Le triglie a scapece sono una tempura condita con salsa agrodolce con olio, aceto, mele, miele e zafferano (ricordiamoci che siamo in Abruzzo). Il mare esplode al palato, un piatto sapido e deciso.

Tutti i piatti provati hanno un perfetto contrasto di sapori che esalta il prodotto principale. Aceto, mela, frutti di bosco. Quasi sempre c’è una nota di acidità a bilanciare la grassezza o ad esempio la cottura a tempura.

Si chiude con una personalissima rivisitazione del Parrozzo Abruzzese, un dolce povero della tradizione. Complimenti ai Fossaceca, spero di tornare a provare altri piatti.

Lista dei vini che dall’Abruzzo spazia sull’Italia e anche un po’ in Francia.

Gli indirizzi

BR1 Cultural Space – largo Belvedere – Montesilvano Colle (Pescara) – tel- 085 4688101

Ristorante Al Metrò – via Ferdinando Magellano, 35 – San Salvo Marina (Cieti) – tel. 0873 803428 oppure 338 6291986