Ecco un rosso internazionale che sa di Colli Euganei

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Quando ho portato al naso questo vino – si degustava alla cieca, nessuna indicazione su zona o vitigni, ero al tasting di VinNatur – mi sono sorpreso a chiedermi se per caso, per confonderci, ci avessero messo in batteria anche un Syrah australiano, perché il naso, perbacco, mi ricordava un Syrah australiano e me lo sono scritto negli appunti: “Naso ‘internazionale’, da Syrah australiano.

Ma in bocca no, non rammentava più i rossi di quelle latitudini, ché aveva sì fruttone maturo e pepe, però anche una dinamicità e uno scatto acido che mi faceva pensare ad orizzonti a me più prossimi, quelli veneti. E infatti ho poi scoperto che era un taglio veneto di uve bordolesi e rodaniane.

D’accordo, resta comunque un vinone, ma è questo slancio acido tipicamente veneto, e aggiungerei tipicamente delle colline vulcanine euganee, che offre prospettiva al frutto, alla prugna, alla ciliegia. E poi sotto – ripeto e sottolineo – sempre il pepe, tanto pepe. Insomma, lontano dal mio stile di vino preferito, ma se me lo proponessero lo berrei di nuovo molto volentieri, soprattutto quando il vino avrà qualche anno in più sulle spalle.

Lo fa Marco Sambin, che è – leggo sul sito aziendale – “imprenditore agricolo e professore ordinario di psicologia all’Università di Padova”, per l’appunto nelle vigne di Valnogaredo, sui Colli Euganei, provincia di Padova, dove le uve internazionali hanno messo su casa da lungo, lungo tempo. Dichiara che viene per il 35 per cento da uve di merlot 35%, per il 25 ciascuno dal cabernet sauvignon e dal syrah, con il saldo affidato al cabernet franc. Direi che è, realmente, in tutto e per tutto un rosso dei Colli Euganei.

Veneto Marcus 2015 Marco Sambin
(90/100)

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