Un rosso bordolese che parla vicentino

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Ecco, quando bevo vini italiani non cerco quelli fatti con le uve internazionali, anche se ci sono ovviamente gran belle cose a base di cabernet o di merlot. Però i bordolesi preferisco berli di Bordeaux. Sta di fatto che nel Veneto, e in particolare nelle colline d’origine vulcanica dei Colli Berici ed Euganei, si fanno parecchi rossi col cabernet e col merlot, con l’aggiunta talvolta del carmenère. Una sorta di enclave filo francese, che tuttavia parla dialetto venetico.
Intendo che i bordolesi del Veneto hanno caratteri piuttosto marcati: frutti rossi stramaturi (la prugna soprattutto), una sottile traccia balsamica e una secchiate di acidità che è l’imprinting regionale.
Ora, questi sono i caratteri che ho trovato anche nel Karpòs, un igt del Veneto di Cà Basso, azienda di Longare, in provincia di Vicenza. L’ho assaggiato a Gustus, la manifestazione del Consorzio di tutela dei vini dei Colli Berici e di Vicenza e mi son detto che, toh, questo è un bordolese vicentino con tutte le carte in regola per essere un bordolese vicentino. Ben fatto, e per di più territoriale, pur da vitigni francesi, ché è un quaranta per cento ciascuno di merlot e cabernet sauvignon e il venti di carmenère.
Giusto per curiosità allora ho domandato il prezzo al dettaglio: insomma, se un privato passa dalla cantina, quanto paga per una bottiglia di questo vino? La riposta mi ha lasciato a bocc’aperta: 5 euro. Be’, per 5 euro questo è decisamente un affare, credetemi.
Veneto Rosso Karpòs 2013 Cà Basso
(87/100)

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