Un po’ di vini del Sud della Francia

bicchiere_macchie_vino_240

Con il mio solito gruppo di amici ho affrontato i vini del Sud della Francia, includendo sia le Côtes du Rhône che il Roussillon. Insomma una vasta area che comprende espressioni e stili tra di loro molto differenti. Ecco qui di seguito com’è andata.

Mas D’Intras, Ardèche Vallis Vinaria 2015
Naso difficile e tendente all’ossidato e paradossalmente anche al ridotto. Menta, resina, salatissimo, vibrante e succoso, finisce minerale e chiuso con una certa rotondità. Avrebbe meritato una vinificazione più attenta. (83/100)

George Vernay, Condrieu Les Terrasses de L’Empire 2006
Un vino 100% di viognier da un personaggio che ha contribuito al salvatagggio di questa varietà che rischiava di sparire. Colore spettacolare, naso maturo di pesca e albicocca (tipica di quest’uva). Potente, minerale, largo e abbondante. Si espande esotico e balsamico. In degustazione pura sembra quasi pesante, ma sul cibo si trasfigura. (90/100)

Domaine de Beaurenard, Châteauneuf du Pape Blanc Boisrenard 2012
Più conosciuta per i suoi rossi potenti, questa denominazione è capace di produrre dei bianchi sudisti di grande carattere. Questo 2012 è al culmine della sua curva evolutiva. Frutta secca e miele al naso, palato caldo e alcolico nonostante una certa tensione. (85/100)

Le Temps Retrouvé, Grenache Gris 2015
Vino introverso, troppa riduzione e sensazione di acetica al palato. Lungo e svelto, è però fin troppo “libero”. Manca un pizzico di educazione. (78/100)

Domaine Rouge-Bleu, Vin de Pays Méditerranée Dentelle 2008
Fatto per il 55% col carignan, il 45% grenache, non diraspato e fermentato in cemento. Fine e floreale, la vinficazione in grappoli interi contribuisce alla sua eleganza. Frutta rossa e una vena minerale. Delusione al palato, dove il vino è fin troppo tannico e acido, manca la fusione degli elementi. Sembra ancora troppo giovane, ma non è evidente che si farà. (82/100)

Domaine du Trapadis, Côtes du Rhône 2010
Vino a prevalenza di grenache. Un rosso semplice ma perfettamente evoluto. Purea di fragole, tartufo, pepe. Maturo e fine, bella grassezza. (86/100)

Domaine de L’Anglore, Vin de France Rouge Nizon 2015
Eric Pfifferling è uno dei leader francesi del movimento dei vini naturali. La sua specialità sono i rosé di Tavel. Questo rosso invece nasce vicino a Nîmes da suoli di marne e si divide a metà tra mourvèdre e grenache. Vino che sembra sempre sul punto di partire verso l’ossidazione, mentre in realtà riesce a restare perfettamente centrato sul frutto. Come i grandi vini naturali ha dalla sua una capacità di restare leggero e profondo al tempo stesso. Ecco un vinino. Peccato che i vini di Éric siano sempre più difficili da trovare. (92/100)

Entre Chats, Les Maou 2015
Assemblaggio di grenache, syrah e altre uve autoctone. Una regione poco conosciuta, ma che inizia ad emergere, l’Ardèche. Fresco, note di arancio e un po’ più pesanti di pasticceria. Si pulisce molto. Vino vivace, facile e d’ispirazione naturale. Un altro vinino che si beve da dé. (88/100)

 

In questo articolo