Un Muscadet dall’armonia dei vini di classe superiore

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L’ho già scritto e lo ripeto. Il Muscadet è buonissimo nella sua versione più giovane, perfetta con ostriche o pesce crudo, ma è ancora più buono quando arriva dai crus più importanti, è prodotto da un grande vigneron, e ha qualche anno sulle spalle. Almeno cinque o sei per capirci. Quando si verificano queste condizioni siamo al cospetto di uno dei più grandi vini di Francia, tanto che non teme confronti con i grandi Vouvray o con uno Chablis di carattere. Con il vantaggio di costare molto di meno.

Quello che mi piace nel Muscadet è condiviso con altri vini di questa macro-regione, la capacità di essere profondo restando leggero e bevibile. Qui ad esempio, con il Muscadet Sèvre et Maine Réserve 2011 del domaine Michel Brégeon, abbiamo un vino da 12% di alcol, un lusso che in Italia facciamo fatica a trovare. Non sta scritto infatti da nessuna parte che il grande vino deve avere 14% di alcol ed essere invecchiato in botti nuovi di rovere. Anzi, spesso questo conduce a vini più fragili e a rischio ossidazione.

Questa Réserve, a quasi dieci anni dalla vendemmia, ha una giovinezza spiazzante. Complesso, minerale, profondo, ha una armonia che appartiene ai vini di classe superiore. E non ha bisogno di urlare ai quattro venti che è buono. Scorre con naturalezza, ha sale e iodio, una personalità affermata e potrà reggere abbinamenti arditi sapendo restare al suo posto. La lunghezza è una delle caratteristiche più impressionanti. Si può stappare senza fretta.

Muscadet Sèvre et Maine Réserve 2011 Michel Brégeon
(93/100)

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