Un calice di Recioto per Franco Allegrini

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Ho voluto ricordare Franco Allegrini con un Recioto della Valpolicella Giovanni Allegrini del 2005. Un’etichetta che per lui aveva un valore particolare e mi pareva l’omaggio più sentito nella triste circostanza della sua scomparsa.

Negli ultimi anni non ci siamo più incontrati. Complici il Covid e la difficile situazione che ci ha tutti colpito. Franco era una persona particolare, sembra banale dirlo, ma con questo intendo dire che non aveva un carattere facilissimo. Certe volte sembrava quasi scostante, e probabilmente questo era dovuto ad una certa timidezza ben nascosta da una altrettanto ostentata sicurezza. Non era uno che si perdeva in discorsi chilometrici, aveva il dono della sintesi e in questo, perdonate la citazione, mi riconoscevo anch’io. Alla fine si scioglieva e si iniziava a discutere di cosa succedeva nel mondo del vino, di mercato e qualche volta anche della sua amata Inter.

Devo dire che, proprio per quella capacità di sintesi, per i suoi guizzi così profondi, non c’era il pericolo di ascoltare banalità. La sua visione era chiara, netta e personale. La si poteva condividere o anche no, ma non mancava mai di toccare punti che non avevi considerato, ti apriva la mente. E per questo non finirò mai di ringraziarlo, così come ho fatto per Nino Pieropan, altra figura che mi manca moltissimo.

I meriti di Franco sono sotto gli occhi di tutti. Oltre ad avere creato assieme alla sorella e al fratello un’azienda di primo piano a livello planetario, Franco ha avuto alcune intuizioni che non erano per nulla scontate. La valorizzazione dei singoli vigneti, il progetto di un vino di enorme classe a partire da uve fresche, la Poja, le continue sperimentazioni nelle vigne e in cantina per arrivare a vini sempre più puliti e territoriali.

A Franco la Valpolicella deve tantissimo, ed ho sempre combattuto gli ipocriti che sotto sotto, ma anche apertamente, lo hanno criticato ingiustamente, più per invidia che per ragioni reali. In queste circostanze però, posso dire a testa alta che ho sempre difeso Franco e la sua famiglia, anche se per far questo non aveva certo bisogno di me, perché era la storia a parlare.

Del Recioto vorrei parlare in un altro momento, perché c’è molto da dire.

Un abbraccio a Marilisa e alla famiglia.