Tutti gli Champagne di Gosset

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Nel tranquillo villaggio di Aÿ Pierre Gosset produceva vino fin dal lontano 1584. Si trattava di ben altra cosa rispetto allo Champagne di oggi. La spumantizzazione inizia nel XVIII secolo, ma le uve rimangono sempre quelle: chardonnay e pinot, quest’ultimo autentico vanto del villaggio. Sembra quindi che Gosset sia la più antica casa della regione. Lo testimonia anche l’originale bottiglia comune a tutta la produzione e fedele all’orginale risalente all’inizio del 1700.
Ai giorni nostri Gosset è un produttore di taglia media, circa 1 mlione di bottiglie, e si classifica come un NM (négociant manipulateur). Il 100% delle uve viene infatti acquistato da 200 famiglie che storicamente le conferiscono. Le uve poi vengono rapidamente pigiate vicino ai luoghi di raccolta grazie a una batteria di 62 “pressoir” tradizionali. Questo per evitare il degrado delle caratteristiche organolettiche a causa del trasporto dell’uva.
Lo stile della casa è scandito da alcune convinzioni indiscutibili: alta qualità delle uve (il 95% sulla scale dei valori dei vigneti, quindi quasi tutto grand cru), nessun utilizzo del legno, malolattica non svolta, invecchiamento medio di cinque anni e mezzo nelle cantine e molto di più per le riserve, grande lavoro sui vini di riserva per dare complessità e costanza alle varie cuvées.
Ho avuto modo di assaggiare le basi del 2013 prima della spumantizzazione, i cosidetti Vins Clairs.
Si tratta di un millesimo propizio allo chardonnay.
Queste le mie impressioni sugli assemblaggi provenienti dai vari villaggi di approvigionamento.
Vertus-Cumières: ottimo assemblaggio basato su sensazioni saline e iodate, lungo.
Trépail: più incentrato sulla finezza, minerale e acido, anche se più corto.
Avize: materia e maturo.
Chamery: pinot noir ancora sui lieviti. Un frutto crudo, grande acidità ma anche rotondità del frutto.
Janvry: pinot meunier minerale e con note di pesca bianca, morbido.
Cumières: pinot noir e pinot meunier con gran carattere e dalla bocca polposa.
Bonneil: un pinot noir dell’Aube maturo con note di ribes, gradevole.
Cumières: pinot noir completo e potente, lungo largo e con molto frutto.
Rouge 2012: vino fermo usato per produrre il rosé d’assemblage; note vegetali nobili, grande pulizia, pepe, fiori, profilo classico.
Ed ora gli assaggi dei prodotti finiti.
Brut Excellence
Un po’ a parte, è destinato ad un pubblico più vasto e meno interessato ai prodotti di punta. Per questo è l’unico a non usare la bottiglia antica e anche l’unico a svolgere la malolattica. Composizione: 45% pinot noir, 36% chardonnay, 19% pinor meunier. Si percepisce nettamente la diversità dallo stile maison. Facile con note di cipria e pesca gialla. Nonostante il dosaggio non certo leggero si apprezza per la sua estrema facilità. 1 faccino e mezzo
Grande Réserve
2% pinot noir, 43% chardonnay, 15% pinot meunier. Naso croccante dominato dalla nocciola. Poi cedro, lievito e note ossidative. Bilanciato con precisi sentori marini e iodati. 6 anni sui lieviti e un dosaggio piuttosto consistente, che però ci può stare. 2+ faccini
Grand Blanc de Blancs
100% chardonnay. Si respira purezza da un naso di mela renetta, spezie fresche e nocciola. Palato decisamente vivace, sicuramente per non aver fatto la malolattica. Ottima lunghezza, ma a mio avviso servirebbe una maggiore finezza del perlage. 2 faccini
Grand Rosé
Chardonnay 58%, pinot noir 34%, vin rouge 8%. Frutto pulito e fresco croccante. Nocciola, ciliegia. Vino non banale e che rifugge la facilità. Lo vedo bene a tutto campo, può accompagnare un pasto completo. Si intuisce un progetto preciso. 2 faccini e mezzo
Grand Millésime 2004
45% pinot noir, 55% chardonnay. Molto complesso, spezie e tanto mare con un fondo di ossidazione. Molto presente e reattivo al palato, cremoso e complesso. Ricordi di carne. Vellutato, la bolla secondo me rimane un po’ troppo in evidenza. 2 faccini e mezzo
Celebris 2002
48% pinot noir, 52% chardonnay. Una delle più grandi cuvée di tutta la Champagne e non delude. Molto profondo, spezie, pan brioche, pepe nero. Come spesso capita la classe si percepisce al palato, fantastico per complessità e profondità. Potenza e finezza si accompagnano, grande finale e capacità di andare davvero lontano. Il millesimo 2002 è straordinario e vi invito a cercarlo. 3 faccini

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