La trattoria Dalla Rosa Alda

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Lancio una pubblica domanda, che poi potrebbe essere anche una pubblica scommessa, a tutti i vinitalisti: quanti di voi, al termine di una giornata di fiera trascorsa tra copiosi vini e sovrabbondanti spuntini, sognano un bel letto accogliente e quanti, invece, una tavola ulteriormente imbandita?

Credo che il 95 per cento propenda per la prima ipotesi, il quattro per cento per la seconda e l’uno per cento (quorum ego) o forse meno per la terza.

Quale? Quella in cui la gustosa cena e la confortevole dormita coincidono nel medesimo luogo.

Obbiettivo difficilissimo però da raggiungere, ve ne do atto, nel rapace contesto veronese.

Eppure esiste. E io lo frequento da anni.

È un posto defilato, in un borgo bellissimo e dal nome un po’ surreale: San Giorgio Ingannapoltron, un’altura rocciosa sulla Valpolicella. Vista e atmosfera da urlo. Come da urlo è la chiesa romanica di San Giorgio, giustamente celebre per la sua architettura, le vestigia romane e il fatto di sembrare, se guardata da fondovalle, proprio lì a due passi: inducendo così il baldanzoso viandante appiedato ad affrontare con leggerezza quelle due rampe in collina necessarie per raggiungerla. Cascavano in tal modo il viaggiatore e probabilmente pure l’asino, perchè l’erta si rivelava invece ripida e lunga assai, cosa fatale (donde il folcroristico nome, mi assicurano fonti locali) per i più “sedentari”.

Bene, è qui che si trova la trattoria Dalla Rosa Alda. Anche se forse bisognerebbe chiamarla locanda, visto che a fianco di una decina di tavoli ha pure altrettante confortevolissime camere. un locale storico di una famiglia storica di osti (i Dalla Rosa lo sono dal 1850, scusate se è poco), dove tutto odora di quel tipo di professionalità solida ma rassicurante che solo chi riceve in casa propria e pensa di persona a mandare avanti la baracca con passione e lungimiranza sa offrire: babbo, mamma e due figli, sempre educati e disponibili, sobriamente sorridenti come sobrio è il tutto contesto. La cura si nota dai dettagli. Insomma non aspettatevi fanfare, ma molta educata, veneta riservatezza.

Il punto di forza è ovviamente la cucina, molto tradizionale di gran gusto e sostanza, servita però soavemente, senza caricature o pericolose inclinazioni vernacolari, con piatti classici locali tramandati in famiglia che ruotano attorno ad altre portate che classiche non sono, ma risultano comunque vincenti per la qualità delle materie prime utilizzate, la mancanza di orpelli e soprattutto la mano felice di chi sta ai fornelli.

Insomma, la trattoria (ben nota invero ai veronesi, assai meno ai forestieri) è uno dei classici esempi da citare per dare un volto al cosiddetto “piacere della tavola” dove gola e relax si incontrano. Tanto per citarne qualcuno, di questi volti: le tagliatelle fatte in casa “enbogonè” (cioè condite con sugo di fagioli e olio del Garda), i bigoli con le sardele, il brasato all’Amarone, la pastisada di cavallo con la polenta. Tanta sostanza ma, attenzione, niente pesantezza. Belle porzioni con ottimo servizio e cura dei particolari. La cantina rivela ottime sorprese e bottiglie tanto importanti quanto antiche (venete e non). Se poi uno, nonostante il Vinitaly o magari in periodi diversi da quello fieristico, ha ancora voglia di divertirsi e la forza di assaggiare qualche variegato bicchiere, proprio di fronte alla trattoria la famiglia ha aperto “En Tinel”, microenoliteca dove sbizzarrirsi con le etichette.

Suggerimento finale per chi progetta scampagnate primaverili: da maggio a luglio la trattoria propone un menu interamente a base della famosa ciliegia mora di Verona e visto che ormai a San Giorgio non ci si va più a piedi, ma in macchina, non c’è ormai “poltron” che possa non farsi ingannare…

Trattoria e Locanda Dalla Rosa Alda – strada Garibaldi, 4 – Loc. San Giorgio di Valpolicella – Sant’Ambrogio di Valpolicella (Verona) – tel. 045 7701018

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