Terres Rouges, quando arrivi alla mèta del viaggio

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Sono orfano dei vini di Clos Rougeard. Da qualche anno, e soprattutto dopo la morte di Charly Foucault, che gestiva l’azienda insieme col fratello Nady, i vini di Clos Rougeard sono diventati sempre più difficili da trovare e quando li trovi hanno prezzi impossibili. Charly e Nady hanno portato l’appellation di Saumur Champigny ai vertici assoluti del vino e il cabernet franc, nelle loro mani, ha offerto prospettive di fascino inaudito. Non riuscire più a bere quei vini me ne lascia un ricordo struggente e mi accende di nostalgia.

C’è però da dire che in quel pezzo di Loira altre realtà stanno proponendo delle belle bottiglie, e le vado cercando, per ritrovare quelle arie, quei profumi, quei ricordi. Ora ho incontrato il Saumur Champigny che viene dal lieu dit Terres Rouges, a Saint-Cyr-en-Bourg. Lo produce il domaine di Arnaud Lambert e credo di poter dire che ho finalmente concluso il mio viaggio alla ricerca del Saumur Champigny che avevo perduto. Ho avuto nel calice il vino dell’annata 2017. Alla cieca, gridava a gran voce la propria appartenenza territoriale.

Se conoscete dove possa arrivare il cabernet franc da quelle parti, qui ne troverete conferma. Se non avete ancora vissuto quest’esperienza, fatelo con questo vino. In entrambi i casi una raccomandazione, ed è quella di aspettare che il vino si apra dentro al calice. Dategli il tempo di schiudersi, e si rivelerà il fiore che è.

D’accordo, non è un vino facilissimo da reperire, ma vale la pena di cercarlo (è importato in Italia) e di metterlo in cantine e di berlo, prima che i prezzi schizzino in alto, e il prezzo, per ora, è del tutto affrontabile.

Saumur Champigny Terres Rouges 2017 Arnaud Lambert
(94/100)