Taverna del Capitano, la storia del pesce del Garda

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Anche se è a pochi chilometri da casa mia – o forse proprio per questo – era purtroppo un bel po’ che non andavo alla Taverna del Capitano, sul molo di Porto di Brenzone, nell’Alto Garda di sponda veronese. Ho sbagliato, devo andarci più spesso. Spero di tener fede a questo mio impegno. Perché cenare qui è come compiere un rito, quello della preservazione della storia più antica della cucina gardesana di pesce. Basterebbe dire che questo è unoc dei pochissimi posti dove si possa ancora mangiare il sisàm, piatto rubusto, di origine quanto meno trecentesca, erede diretto del “cisame de pesse quale tu voy” dei trattati medievali, cipolla tagliuzzata cotta con zucchero e aceto e poco pesce essiccato (le alborelle, quando se ne trovano, asciugate al sole proprio davanti al ristorantino).

Scrissi anni fa per la guida delle Osterie d’Italia di Slow Food che “se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo un posto così”. Lo ribadisco, e Bortolo Brighenti (in sala) e la moglie Gianlucia (in cucina) meritano l’applauso per aver resistito negli anni, fedeli al pesce di lago e solo al pesce di lago, quando sul Garda è invece un pullulare di locali che propongono il più redditizio e più facile pesce di mare. Dico più facile, il pesce di mare, per due motivi: il primo, perché non necessita di grandi lavorazioni, e il secondo, perché è di semplicissima reperibilità, fresco o surgelato che sia. La cucina tradizionale di lago, invece, richiede lunghe elaborazioni (a partire dall’essicazione, talvolta) e trovare il pesce non è sempre facile, perché pescatori ce ne sono pochi e non sempre le acque del Garda sono generose (e i pesci del Garda non li puoi allevare).

Detto questo, sappiate che se andate alla Taverna del Capitano vi aspettano le ricette domestiche della tradizione gardesana, che hanno sempre fatto largo uso di fritture, marinature, salagioni, aglio, cipolla, aceto. Insomma, roba da stomaco forte. Sappiate anche che mangerete a due metri dal lago, in una veranda realizzata direttamente sul molo (e infatti il pavimento è l’acciottolato del lungolago). E, terza cosa da sapere, le porzioni sono abbondanti, e soprattutto fidatevi quando vi dicono che se scegliete il grande misto del Capitano, al primo posto della lista degli antipasti, quasi certamente non avrete poi la forza e lo spazio per mangiare altro. Il grande misto è infatti la summa degli antipasti del ristorante: il sisàm, i filetti di sarda di lago sotto sale, le sarde marinate, il luccio in salsa di àgole (alborelle), il coregone anch’esso in salsa di àgole, il coregone marinato, le polpettine di pesce, il persico al burro e altro ancora. Se poi volete a tutti i costi un primo, sono imperdibili gli spaghetti con le àgole, conservate sotto sale, e la zuppa di pesce di lago.

La lista dei vini vi permette di scegliere buone bottiglie adatte a questo tipo di cucina.

Il costo? Be’, difficile superare i 35 euro a persona. Vino incluso, se non si eccede.

Taverna del Capitano – via Lungolago, 8 – Porto di Brenzone – Brenzone sul Garda (Verona) – tel. 045 7420101