Il Taurasi Primum 2011 Guastaferro

taurasi_primum_300

Visitare le vecchie vigne di Raffaele Guastaferro nel centro di Taurasi è un grande privilegio. Sono di una bellezza toccante, l’emozione nel guardarle toglie il fiato. È rarissimo ammirare piante di vite che abbiano più di cento anni, e Raffaele preserva con grande cura un intero vigneto di aglianico taurasino che supera il secolo di età. Questo è possibile perché il suolo sabbioso vulcanico le ha difese dall’attacco della fillossera. Ma c’è anche una volontà ferrea nella famiglia Guasteferro di preservare questo museo ampelografico a cielo aperto il cui mantenimento è costoso ed impegnativo.
Le piante sono molto alte, circa due metri nel sistema di allevamento tipico a quattro braccia lunghe, qui detto straseto. La vigna si può raggiungere a piedi dal piccolo borgo di vignaioli dove tutte le case hanno una cantina e tutti in famiglia sanno fare il vino. Il giovane Raffaele ha portato in cantina una ventata di novità che ha reso straordinario il suo Taurasi.
Proprio così, è uno dei rossi più interessanti e coinvolgenti che abbia degustato quest’anno. Diciamo pure: una rivelazione. Le vecchie vigne conferiscono profondità al vino e nelle trame rubino lucente questo particolare sa coinvolgere con entusiasmo.
È difficile conferire eleganza all’aglianico che in giovane età tende molto alla durezza. Eppure Primum 2011 mantiene un filo conduttore sulla sinuosità e l’eleganza. Espresse nel tessuto sottile, succoso, con tannini serrati e di altissima qualità, anche la freschezza è ben calibrata e piacevolissima. Già al naso mostra stoffa da numero uno, è ampio nei profumi mai invadenti e in totale armonia tra loro. Riconducono al territorio e all’aglianico nei sentori di ciliegia croccante, pepe, cenere, poi mostra la sua verve giovane nei toni della buccia d’arancia e del rabarbaro. Proprio un gran bel vino da citare tra i rossi di spicco nel panorama italiano.

In questo articolo