Sweet Valley, parla il direttore del Consorzio dell’Asti

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Ho detto che non capivo come mai il Consorzio di tutela dell’Asti spingesse per avere la tipologia dell’Asti Secco e poi, su un ampio servizio del quotidiano La Stampa, il direttore dell’ente consortile lanciasse l’idea – che a me piace molto – di una Sweet Valley che poggi sull’Asti, sulla crema spalmabile inventata da Michele Ferrero – leggi Nutella – e sulla nocciola di Piemonte igp. Mi sembrava una contraddizione.
Ora, sulla questione mi ha scritto proprio il direttore del Consorzio dell’Asti, Giorgio Bosticco e gli ho chiesto di autorizzarmi la pubblicazione della sua lettera, perché la ritengo molto interessante per comprendere quali siano le strategie della denominazione. Soprattutto, leggo che “la priorità delle strategie del Consorzio dell’Asti è rivolta a consolidare ed accrescere il ruolo di eccellenza mondiale nel segmento degli spumanti dolci”. Il che non può che rendermi felice, essendo l’Asti e il Moscato d’Asti – così come sono, dolci – tra le mie irrinunciabili passioni vinose, al punto che arrivo a stapparli addirittura per l’aperitivo: provateli con un crostino con Taleggio o Gorgonzola e mi direte.
Ma sto divagando.
Ecco di seguioto la lettera del direttore del Consorzio dell’Asti, Giorgio Bosticco, che ringrazio.

Egregio Signor Peretti,
ho letto con interesse quanto da lei scritto in merito alla presunta contraddizione tra un Asti secco e la realizzazione di un progetto di identificazione di un territorio con il concetto della dolcezza.
Ritengo non vi sia incoerenza e mi permetto di esporle il mio punto di vista:
1.    la denominazione ASTI docg è costituita dalla versione spumante Asti e da quella tappo raso Moscato d’Asti (ancora più dolce avendo 120/150 gr/l di residuo zuccherino ).
2.    In 85 anni di storia il riconoscimento dell’Asti e del Moscato d’Asti è sempre stato quello  di vino di qualità dolce da abbinare con dessert e frutta.
3.    Nel 2016 sono state prodotte e vendute 54 milioni di bottiglie di Asti e 31 milioni di Moscato d’Asti.
4.    La priorità delle strategie del Consorzio dell’Asti è rivolta a  consolidare ed accrescere il ruolo di eccellenza mondiale nel segmento degli spumanti dolci.
5.    Non è da oggi che il vitigno Moscato bianco è stato utilizzato come base per spumanti secchi sia con metodo classico o Martinotti a dimostrazione delle sue caratteristiche aromatiche versatili.
6.    La ricerca, la sperimentazione e l’innovazione sono stati motivo di stimolo per confrontarci con il segmento degli spumanti con minori residui zuccherini.
7.    Non corrisponde alle intenzioni consortili la sua affermazione di esserci “messi in testa di puntare il futuro della denominazione sull’Asti secco”. Ribadisco che per il Consorzio è strategico e prioritario mantenere il focus sull’Asti dolce riservandogli attenzione e risorse con attività di informazione ed educazione del consumatore, del trade e dei mezzi di comunicazione sia a livello nazionale che internazionale. Ne è la riprova il finanziamento ottenuto dalla Unione europea per la realizzazione di un progetto sul mercato statunitense del valore di 6 milioni di € per il prossimo triennio.
8.    Preciso che le nuove tipologie oggetto di modifica del disciplinare riguardano l’Asti demi-sec, secco ed extra-sec.
9.    Queste tipologie sono da considerarsi come un’opportunità complementare ma secondaria .
10.    Concordo con lei in merito alla preoccupazione per il rischio di confusione da parte del consumatore e al riguardo il Consorzio si è attivato commissionando una ricerca di mercato quali-quantitativa in Italia e Germania nonché utilizzando la collaborazione di agenzie di marketing.
A sua disposizione qualora le occorressero ulteriori precisazioni.
Un cordiale saluto.
Il Direttore
Giorgio Bosticco