Sui 100 Top Value di Wine Spectator

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Lavorando all’interno del mondo del vino, devo confessare che in parte sono stato “obbligato” a rivedere alcune mie certezze. Cose che da semplice appassionato e scrittore di vino ho sempre dato per scontate. Vedendo le cose anche dal lato professionale si ha contezza anche di quello che accade dietro le quinte. Di come si crea la domanda e l’offerta di vino. Di come vini eccellenti fatichino a farsi conoscere e di conseguenza a vendere. E di come altre etichette, più banali se vogliamo, siano invece dei best buy.
La stampa anglosassone è in questo senso meno complessata di quella europea. La visione che riesci ad avere viaggiando in un Paese come gli Stati Uniti è utile perché ti obbliga a ricollocarti in un contesto più globale. A vedere le cose da prospettive diverse e più aperte al nuovo che avanza. Nel bene e nel male, ché tutto non è che sia sempre buono e bello.
Credo che le classifiche di riviste come Wine Spectator siano particolarmente utili per analizzare e capire quello che succede a livello planetario. Non è necessario essere d’accordo nelle scelte, ma questo accade con qualsiasi guida o magazine.
È invece utile leggere tra le righe. Capire come cambino i trend e come vengano percepiti i vini del nostro Paese e quelli degli emergenti.
Io ho voluto guardare con attenzione la classifica “minore”. Non quella che premia i più grandi vini dell’anno, ma quella che vuole scovare i migliori rapporti tra prezzo e qualità. Perché dobbiamo tutti ricordarci che sono questi i vini che girano nei ristoranti e nelle enoteche. Sono questi quelli che creano l’immagine di un Paese, perché tutti li possono comprare senza rovinarsi.
Come dice Wine Spectator nella sua introduzione alla lista dei suoi 100 Top Value, “il vino non deve essere complicato o caro, ma è necessario saper dove guardare per trovare gli affari migliori. Questo è stato il nostro focus nello scegliere i vini da tutto il mondo, tutti con un punteggio da 88 centesimi in su, e con un prezzo (in enoteca, ndr) di 20 dollari o meno. Molti vini sono totalmente fuori portata per la maggior parte di noi, ma non questi grandi valori (preferisco tradurre così dall’inglese “values”), che si trovano facilmente e sono pronti da bere”.
Nei mei prossimi articoli su InternetGourmet esaminerò le scelte di Wine Spectator categoria per categoria.

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