Storie di ristoranti che hanno reagito alla crisi

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Spruce è un ristorante di San Francisco e ha la stella Michelin. Però il ristorante è chiuso a causa della pandemia. Così la sala è stata trasformata in un negozio di vini. “Wine shop open” c’è scritto sulla vetrata. I sommelier forniscono suggerimenti su cosa bere in casa. I clienti entrano, prendono una scatola di cartone di quelle delle cantine, la riempiono e pagano. Jaime Pinedo, il beverage director del Bacchus Management Group, cui appartiene il locale, spiega al web magazine SFGate che i clienti sono disponibili ad avvicinare anche i vini più semplici o quelli delle denominazioni che prima non prendevano in considerazione.

Anche negli Stati Uniti, come qui in Italia, la ristorazione si sta interrogando su come sopravvivere, su come ripartire. Prendiamo un altro caso, quello del Manresa, un ristorante di Los Gatos, in California. Di stelle Michelin ne ha tre. Il meglio del meglio. Quando hanno dovuto chiudere, il wine director Jim Rollston ha pensato di mettere in vendita i vini di punta della lista vini, mentre le cucine si sono riconvertite al take away. I più accaniti collezionisti di vini si sono fatti avanti e hanno piazzato acquisti importanti. L’ho letto su Eater. Vedo anche che sul suo account Instagram il ristorante propone i family meal da consegnare a casa e per ogni menù giornaliero c’è una bella lista vini, a prezzi del tutto vantaggiosi per un locale del genere.

Anche a Chicago alcuni dei migliori ristoranti e wine bar stanno vendendo i vini che hanno in cantina. Lo leggo su Timeout. Anche qui c’è un ristorante tristellato, l’Alinea, che si è messo a fare take away e che, insieme ai piatti, offre alla clientela anche la sua prestigiosa cantina, con i sommelier che consigliano il miglior abbinamento, con i vini divisi in tre fasce, accessibili, di prezzo. Ma la riconversione non è mica solo appannaggio dei locali famosi. Faccio un altro esempio, un piccolo posto di Chicago, l’Income Tax Bar. Ovviamente fa take away anche questo, ma soprattutto osservo che ora usa Instagram per proporre le etichette con lo sconto o per assemblare proposte personalizzate. Interessante.

Avete notato? Tutti i casi che ho citato hanno un comune denominatore, ed è la componente di servizio, il rapporto personale con l’utente, la disponibilità a stargli accanto, ad accompagnarlo, a consigliarlo. L’umanità, eccolo il fattore di successo in questi giorni di crisi. Il vero plusvalore su cui costruire il futuro è questo.


2 comments

  1. Fabio

    Mi chiedo, e non è ironia ma proprio per sapere, in Italia sarebbe possibile? Intendo a livello fiscale/legale?

  2. Angelo Peretti

    Angelo Peretti

    L’opzione take away per la ristorazione è stata annunciata come di prossima emanazione dal Governo. Dunque potrebbe diventare possibile a breve. Lo spero.

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