Spanna, per tornare dove la storia era cominciata

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Quando, parecchio tempo fa – erano i primi anni Ottanta – incominciavo a occuparmi di vino e leggevo con avidità tutto quel che riuscivo a scovare sull’argomento, alcuni descrittori evocavano un che di mitico, che pensavo appartenesse, appunto, alle vette olimpiche dell’enologia. Per i rossi da lungo invecchiamento vedevo scritto di sentori di cuoio, di pellame, perfino del misterioso goudron, che mi si disvelò successivamente il più plebeo odore di catrame. Descrittori poi via via caduti in disgrazia, nel periodo dell’imperare dei vini che hanno portato il frutto nelle palestre del gusto internazionale e l’hanno ammantato di vaniglia e tostatura.

Eppure quegli antichi profumi oggi li ho ritrovati in un vino che per il suo stesso nome mi ha riportato d’immediato alle mie ormai lontane letture. Uno Spanna. Nome che sulle Colline Novaresi si dà al nebbiolo. Qualche decennio fa era abbastanza comune nella ristorazione tra i rossi “importanti”, lo Spanna. Poi è scomparso dalle liste. Quando sugli scaffali dell’enoteca Trimani, a Roma, ho visto allineate le bottiglie d’uno Spanna, non ho resistito e l’ho compulsivamente acquistato.

Appena nel calice, il vino m’ha rimandato all’epoca del pellame e del cuoio e dell’asfalto, ché questo coglievo annusando il bicchiere, ed erano profumi dominanti, integralmente. In bocca un tannino ruspante, selvatico, indomito. Sensazioni che non provavo, insieme, da anni. Che mi hanno spiazzato, lasciandomi a metà tra la gioia di un ritrovato sentire e la perplessità del moderno bevitore.

L’indomani ho riprovato il vino, e se l’impatto tannico mi si è riconfermato – e parimenti personale, caratteriale e dunque pregevole l’ho ritrovato -, il frutto s’era liberato e vi si aggiungevano perfino aggraziate memoria di violetta e sottilissime tracce mentolate. Insomma, un giorno d’aria c’era voluto affinché questo Spanna si domasse.

Colline Novaresi Spanna 2011 Vallana
(87/100)

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3 comments

  1. Mario Crosta

    Mi piace molto quello che hai scritto. Indovina perché…. http://www.winereport.com/winenews/scheda.asp?IDCategoria=15&IDNews=1198

  2. Angelo Peretti

    Angelo Peretti

    Mario, è incredibile! Questo vino ci ha evocato sensazioni simili. Dunque è un vino che sa parlare.

  3. Mario Crosta

    Il mio primo amore è stata quella dei Cinquecastelli 1947 di Bernardo Vallana

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