Che sorprese nel 2016 nel mercato americano del vino!

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Tempo di bilanci e di analisi. Ho già detto che in questo momento dell’anno non possiamo sottrarci a quello che è un doveroso passatempo. Non sarò io a dirvi quanto importante sia il mercato statunitense per il vino italiano. Lo sapete sicuramente, e se non lo sapete vuol dire che non vi interessate di vino, oppure che il vostro ultimo aggiornamento risale all’epoca borbonica.
Ho trovato interessante un post pubblicato da Wines and Vines, e che analizza alcuni trend di vendita che hanno caratterizzato, appunto, il mercato americano nel corso del 2016. Ricordiamoci che, con le dovute differenze, molte tendenze nascono negli Usa per poi precipitare presto o tardi anche in Europa. Capirle e anticiparle è utile sia per chi sul mercato statunitense vuole operare, sia per chi prende spunto oltreoceano per essere pronto ai cambiamenti locali.
I dati sono stati rilevati da Wines Vines Analytics, BW 166, ShipCompliant e IRI, e sono relativi all’intero corso del 2016. Prendono in considerazione le sole vendite Off-Premise, e cioè quelle che semplificando possiamo definire “per asporto”, in contrapposizione a quelle effettuate a fini di consumo immediato e diretto, come ristoranti, wine bar, ecc.
Maggiore crescita per vitigno nel segmento Off-Premise
La categoria vincente è quella dei “Red Blends”. Si tratta di vini di fantasia spesso a base di merlot, syrah e zinfandel, talvolta con un discreto residuo zuccherino. Questi vini hanno registrato una crescita del 17%. Il prezzo sullo scaffale era per lo più compreso tra 8 e 10,99 $, quindi non parliamo di vini di bassissima fascia. Al secondo posto troviamo invece una varietà singola, il Sauvignon Blanc.
Super-Premium Brand più venduto
Si tratta della linea Vintner’s Reserve, prodotta dalla californiana Kendall Jackson. La rilevazione tiene conto delle vendite sempre off-premise dei vini con prezzo oltre 10 dollari. In questo caso il prezzo medio è 12,02 dollari, con una crescita del 2% sia in volume che in prezzo. Il brand ha approfittato della tendenza dei consumatori di scegliere sempre di più vini sopra i 9 dollari, a scapito della fascia sotto i 9 dollari. Il segmento compreso tra 11 e 14,99 dollari è quello che ha registrato la maggiore crescita in questa fascia nel corso del 2016. È interessante notare come il consumatore medio sia disposto a spendere sempre di più per una bottiglia di vino.
Brand di sparkling più venduto
Per i più curiosi diremo che il marchio leader nel settore degli spumanti è Korbel Champagne Cellars, ancora una volta una cantina dalla California. È un produttore specializzato nei vini di costo più elevato, ed infatti adotta il metodo classico con rifermentazione in bottiglia. Il prezzo medio che ha spuntato è di 11,92 dollari, con vendite in aumento dell’8%. Conoscendo l’efficienza dei controlli posti in essere dalla filiera dei produttori di Champagne, mi chiedo come sia possibile per una cantina californiana usare il termine “Champagne” senza incorrere in pesanti sanzioni. La cosa che invece ci riguarda più da vicino è che la categoria degli spumanti sta godendo, qui come altrove, di una grande popolarità. Il settore cresce ad un ritmo del 12% annuo. Buone notizie quindi per il Prosecco e per le altre bollicine italiane.
Nazione con la maggiore crescita di importazioni
Sono molti anni che la Francia langue come volumi importati nel mercato statunitense. Ebbene, il 2016 vede un cambiamento che potrebbe essere epocale se confermato anche nei prossimi anni. Gli amici transalpini hanno di che gioire per l’aumento delle esportazioni in Usa di un 23% in valore e del 22% in volume. La crescita nel 2015 era stata già del 12%. Prezzo medio di una bottiglia 11,44 dollari. Se vi sembra poco, pensate che il prezzo medio di un concorrente californiano è stato di 6,11 dollari. I francesi spuntano un prezzo quasi doppio. Questo ha permesso alla Francia di superare il Cile e di raggiungere la posizione numero 7 nella classifica delle nazioni più importanti in termini di vendite. Cile che invece è in regresso per il secondo anno consecutivo. Il risultato ottenuto dai francesi dovrebbe far riflettere chi troppo frettolosamente si riempie la bocca per i pur eccellenti numeri relativi ai produttori italiani. La Francia sta investendo bene e con efficienza. Non crediamo di poter stare tranquilli senza fare nulla. Sarebbe poi da parlare, e molto, del prezzo medio del nostro vino e della redditività delle cantine. Ma questo è un altro discorso.
Varietà con la maggiore crescita di vendite al consumatore
Questo è un dato relativo alle cantine statunitensi. La varietà con la crescita maggiore è il Cabernet Franc, con un balzo del 35%, ma ancora lontano dai numeri sviluppati dal cugino Cabernet Sauvignon.
Miglior mese per vendite al consumatore
L’autunno si conferma il periodo cruciale per le vendite negli Usa. Ottobre e novembre sono i due mesi più caldi.
Mercato con la crescita maggiore
La Pennsylvania è uno snodo importante e registra la crescita maggiore rispetto al 2015. I numeri parlano di un aumento del 117%, grazie anche ad un allentamento delle regole di controllo delle vendite da parte del Monopolio di Stato. Questo cambierà ulteriormente con l’apertura del mercato nel corso del 2017.
Segmento di mercato con la crescita maggiore
Abbastanza sorprendente è apprendere che la categoria di vini con la crescita maggiore è stata quella compresa tra 50 e 59,99 dollari (29% in valore). A seguire il segmento dei vini tra 100 e 149,99 dollari, con un aumento del 23% in valore. In genere quindi il mercato si orienta verso vini di maggiore pregio, o forse semplicemente di maggior costo e prestigio. Si conferma una polarizzazione tra i vini di fascia bassa e molto bassa, e quelli di maggior costo. Questo richiede una precisa scelta stilistica e qualitativa da parte dei produttori, che dovranno lavorare per posizionare i propri vini all’interno di ciascuna categoria.