Smettiamola di essere autoreferenziali

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“Ho constatato che chi vende vino spende troppo tempo ad ‘educare’ e troppo poco tempo ad ascoltare i clienti che descrivono quel che vogliono”. Lo dice un lettore di Wine Spectator in una lettera alla redazione. La constatazione è di quelle che fanno pensare.
In effetti, la capacità di ascoltare è un dono non da tutti. Nella vita di ogni giorno, intendo.
Lo è in particolare nel mondo del vino. Più che ad ascoltare, si impegna il tempo a spiegare la validità delle proprie scelte, delle proprie preferenze, delle proprie convinzioni. Sui lieviti, sui solfiti, sul naturale, sul terroir, sui vitigni, su quel che di tempo in tempo sembra essere l’argomento che va per la maggiore. Poca attenzione si presta invece a chi il vino lo compra e lo beve. O meglio, a chi lo dovrebbe comprare e bere. Così magari finiamo per renderglielo troppo complicato, il vino.
Siamo tutti troppo autoreferenziali, nel mondo del vino. Ce la faremo mai a smetterla?