Sì, il Prosecco può essere un grande vino

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A metà luglio dell’anno passato su queste pagine mi chiedevo: “E se il Prosecco fosse un grande vino?” La domanda nasceva da una bottiglia del Giustino B., il Valdobbiadene della Ruggeri, annata 2011, che avevo trovato in forma splendida, e anzi arricchito dal tempo. Ho casualmente rivisto quel mio articolo e mi sono ricordato che da qualche parte in cantina doveva avere ancora qualche bottiglia del Giustino B. con qualche anno sulle spalle. Ho ritrovato, infatti, un 2010, con l’etichetta devastata dall’umidità (sono di quelli che credono che l’umidità preservi i tappi, tenendoli opportunamemnte gonfi).
L’ho aperta, quella bottiglia, e ora dico ancora più convinto che, sì, il Prosecco, quando viene da vigne selezionate ed ha il giusto – elevato intendo, ma bilanciato dall’acidità – dosaggio di zuccheri, allora è davvero un grande vino.
Cremoso, ecco, il Giustino B. 2010 è un vino cremoso. Nella bolla, nell’impatto al palato, nei sentori fruttati e vanigliati. Avvolgente.
È un extra dry, e io penso che il grande Prosecco debba essere, appunto, dry o extra dry, e quindi amabilmente morbido, perché col passare del tempo quella morbidezza si fa complessità.
Dico, e insisto, un grande Prosecco regge il tempo stratosfericamente. Mettetene da parte qualche bottiglia, ascoltatemi.
Valdobbiadene Prosecco Superiore Extra Dry Giustino B. 2010 Ruggeri
Due lieti faccini e quasi tre 🙂 🙂

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2 comments

  1. Anonimo

    … Oddio… mi hai anticipato il titolo…e anche il post… però il mio era un prosecco Brut…

  2. tano

    l’anonimo ero io

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