Si chiama T, e basta, ed è buono

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Si chiama T, e basta. T dentro a un cerchio, come fosse un timbro. T sta per trebbiano, perché è un vino bianco fuori da ogni denominazione ed è fatto col trebbiano, ma non viene da dove ti aspetteresti che venga un bianco fatto col trebbiano. Questo è siciliano, viene dalla provincia di Palermo, dall’antico feudo di contrada Cerasa, a Monreale. Io dico anche che è un grande bianco fatto col trebbiano.

Lo produce Francesco Guccione, che coltiva le vigne secondo i dettami della biodinamica. Lui dice che il trebbiano lì lo coltivavano già nel Quattrocento.

Trattandosi di un “vino bianco” fuori dalle doc e dalle igt non riporta l’annata in etichetta, ma leggendo il lotto credo che quello che ho bevuto sia stato fatto con le uve del 2016. Il vitigno neppure lo può riportare, perché sulle etichette del “vino bianco” generico per legge puoi citare solo eventuali vitigni internazionali, ma non gli autoctoni, se sono tutelati da qualche doc, e di doc a base di trebbiano ce n’è fin che si vuole.

In bocca esplode la polpa dell’uva matura. Che resta a lungo, che persiste, che avvolge. Poi il mango. E intanto ecco un’ondata di sale e di freschezza. Un che di finocchietto selvatico, un pizzico di zafferano.

Bel vino.

T 2016 Francesco Guccione
(90/100)

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