Se vieni spiazzato da un vino del Roero

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Emanuele Rolfo fa vino nel Roero, e dunque nella porzione nord-orientale della provincia di Cuneo, in Piemonte, a nord del Tanaro. Di persona non lo conosco, in azienda non ci sono mai andato. Mi ha però contattato via email proponendomi di mandarmi i suoi vini in assaggio. Vini arrivati, assaggio fatto, e confesso che ne sono rimasto spiazzato. E adesso racconto il perché.
Ammetto che appena aperti i vini non mi sono piaciuti. Mi sono sembrati ostici, ritrosi, soprattutto all’olfatto, soprattutto il Dolcetto e la Barbera. Certo, sono vini che puntano non alla forma, ma alla sostanza della beva. Però ci ho trovato qualche riduzione di troppo, e il frutto faticava a presentarsi. Però.
Però c’era anche, in quell’ostica rusticità, qualche cosa di molto personale. C’era del carattere, insomma. Dunque, bisognava riassaggiare. Così ho fatto, a sei-sette ore dall’apertura. Ed ho trovato altri vini. Ruspanti nelle loro acidità, d’accordo, ma piacevoli per beva e frutto. Vini da merenda, da cibo, da tavola, mica da degustazione, perbacco.
Non solo. Ho anche trovato un gran bel Roero. Un Roero che sa di nebbiolo e che non cerca la struttura, il muscolo o la concentrazione. Un Roero che ho ritastato, a bottiglia aperta, per tre giorni di fila, e per tutti e tre i giorni filati sapeva il fatto suo e restava bevibile e sapido e gustoso.
Vedi dunque che certe volte con gli assaggi seriali ci si sbaglia e puoi prendere un abbaglio? Vedi che con certi vini ci vuole pazienza?
Due righe, ora, sui ciascuno dei vini di Emanuele Rolfo che ho assaggiato. I rossi piemontesi.
Dolcetto d’Alba 2014 Emanuele Rolfo
Un Dolcetto di quelli beverini, vecchio stile. Violaceo nel colore, lasciandogli prendere aria presenta i fruttini ed i fiori. Da mettere con la pasta col ragù di carne.
Un faccino 🙂
Nebbiolo d’Alba 2014 Emanuele Rolfo
Forse segnato da un tappo un po’ secco, che asciugava al palato, il Nebbiolo ha conservato comunque una rustica propensione alla beva.
Un faccino 🙂
Barbera d’Alba Cà di Caire’ 2014 Emanuele Rolfo
Fa quattordici gradi ma non li avverti. Ha tannino franco e frutto succoso. Giovanissima, questa Barbera darà il meglio di sé fra un paio d’anni, credo. La approvo sulla fiducia.
Due faccini 🙂 🙂
Roero Riserva 2010 Emanuele Rolfo
Ecco, direi che è un nebbiolo d’antan, un po’ decadente (che è per me accezione positiva), con quel colore che vira al granato, e i fiori macerati e la scorza d’arancia e i frutti in composta. Prorompente la beva, e i 14 gradi manco li senti. Ripeto che ha retto splendidamente il tempo a bottiglia aperta. Vorrei averne ancora un paio di bottiglie.
Due lieti faccini 🙂 🙂


5 comments

  1. Nic Marsél

    Condivido il plauso per questi splendidi vini che ho il piacere di bere da anni e che tengo volentieri in cantina perchè l’affinamento li migliora decisamente. Anche il loro cru da Arneis, il “Menelic”, ha personalità da vendere, ma va aspettato qualche anno in vetro. Vai a trovare Emanuele e Cesira, sono persone speciali.

  2. #angeloperetti

    #angeloperetti

    @Nic. Grazie per la testimonianza.

  3. Claudio Vismara

    Conosco la cantina ed Emanuele da diversi anni: grande passione ed attenzione per il proprio lavoro! Suggerisco di assaggiare l’Arneis, a mio parere il miglior vino prodotto in azienda.

  4. Mario Gelfi

    Buonasera Angelo, buonasera a tutti.
    Tra le etichette in elenco la sua Barbera, mi permetto, è un cavallo di razza. Tastata lo scorso anno in serata degustazione, con la presenza di Emanuele, l’annata 2007. Piena, complessa, con freschezza ancora scattante. Splendida. La Barbera in genere mi piace e pure tanto e questa è una delle migliori che abbia mai assaggiato.
    Saluti.

    Mario

  5. Nic Marsél

    @Mario Gelfi, il Ca’ di Cairè non è il mio preferito del lotto, ma confermo (per quel che vale il mio parere) che il 2007 ha davvero una marcia in più.

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