Scusate il ritardo, Pommard, Volnay e Beaune

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Scusate il ritardo, direbbe qualcuno. Vorrei fare una retrospettiva dei vini di Pommard, Volnay e Beaune. Alcuni di questi vini, in particolare i 2016, si trovano ancora facilmente nelle enoteche francesi o in quelle on-line, quindi non è mai troppo tardi. Io li avevo assaggiati ai Grands Jours de Bourgogne.

Se posso fare una considerazione generale sulle ultime annate, mi sembra che finalmente si stia tornando ad un maggiore classicismo. Intendo che molti produttori stanno abbandonando gli eccessi di concentrazione, di legno nuovo, di tannini e di alcol. Forse la sbornia per i vini da concorso sta passando, c’è una maggiore riflessione sul terroir e sulla espressione più vera di ciascun vino. Non sembri paradossale. Anche nella terra della finezza e dell’eleganza ci sono stati degli eccessi. Pensiamo alla vicenda dell’invecchiamento dei vini bianchi, o meglio dell’ossidazione prematura dei vini bianchi. Ma anche i rossi hanno subito l’influenza della critica anglosassone e la ricerca della potenza a tutti i costi. Fortuna loro, i prezzi non ne hanno risentito, anzi hanno continuato ad aumentare anche a causa della domanda di Paesi che da poco si sono affacciati nel mondo del fine wine, come ad esempio la Cina.

Vediamo quelli che per me sono stati alcuni dei migliori vini di tre appellation e dintorni.

Pommard – Volnay

Domaine de Courcel
Pommard Clos des Épenots 1er Cru 2016. Un premier che è quasi un grand cru, vinificato da Yves Confuron. Ha un profumo incredibile, il palato è ancora impegnativo ma con un potenziale immenso. (92/100)
Pommard Clos des Épenots 1er Cru 2011. Fiori e liquore di mirtillo. Ha perso la scontrosità iniziale diventando più spontaneo. Lunghissimo. (94/100)
Pommard Clos des Épenots 1er Cru 2006. Annata più complicata, ne risulta un liquido meno bilanciato e con un palato più rigido. (89/100)

Domaine de Montille
Volnay 1er Cru Taille Pieds 2016
. Uve non diraspate, la vigna è stata risparmiata dal gelo. Si sente la vendemmia intera per il profumo tra il vegetale e il floreale. Vino interessante, ancora da ricomporsi e che richiederà molta pazienza per dissipare la parte tannica. (91/100)
Pommard 1er Cru Les Pézerolles 2016. Trenta per cento di uve non diraspate, il vigneto è stato colpito dalla gelata. Una struttura che da il senso della profondità, tannico e con grande forza. Una grande riuscita. (93/100)

Beaune e dintorni

Simon Bize
Savigny-lès-Beaune Blanc 2015
. Un vino pulito, agrumato e nervoso con una materia matura. (88/100)
Savigny-lès-Beaune Rouge aux Grands Liards 2011. Accanto alla nota fumée ci sono fiori, spezie e il lampone. Lungo, fine e minerale, termina sul vegetale. (88/100)
Savigny-lès-Beaune 1er Cru Rouge Aux Fornaux 2008. L’evoluzione ha fatto bene a questo 1er cru. Il frutto si è trasformato in note più speziate e marine, quasi di cappero. Nervoso e delicato, lungo e con uno stile notevole. (92/100)

Bouchard Père et Fils
Beaune 1er Cru Blanc Clos Saint-Landry 2016. Si potrebbe definire didattico, nocciola, caprifoglio. Salino e lungo, termina su un ritorno di nocciola. (90/100)
Beaune 1er Cru Rouge Grèves Vigne de l’Infant Jesus 2016. Un classico della casa, che esibisce una buona concentrazione e una materia matura. Speziato, tannino perfetto. (92/100)

Cave des Hautes-Côtes-Nuiton-Beaunoy
Beaune 1er Cru Rouge 2015
. Un frutto maturo con un fondo di freschezza, un vino di una grande vivacità. (88/100)

Chandon de Briailles
Savigny-lès-Beaune 1er Cru Rouge Aux Fournaux 2017. Bel frutto, ancora giovane e difficile da giudicare. (88/100)
Savigny-lès-Beaune 1er Cru Les Lavières 2017. Un suolo più calcareo che trasmette un carattere floreale ai vini. Confermato dall’assaggio, un bouquet impressionante, leggerezza come solo i grandi pinot noir sanno trasmettere, intensità. (94/100)
Pernand-Vergelesses 1er Cru Rouge Ile des Vergelesses 2017. Un suolo più pesante, con argilla e calcare. Ricco e potente, meno immediato ed etereo del precedente, ma più materico. (92/100)

Decelle-Villa
Savigny-lès-Beaune Blanc 2015. Vecchia vigna che contiene anche del pinot gris. Grasso, legno ben usato, ha materia e acidità. (88/100)

Rodolphe Demougeot
Auxey-Duresses Rouge Les Clous 2016. Un uso importante del legno, ma per fortuna il vino ha sufficiente struttura per reggere l’affinamento. Semplice e diretto. (88/100)
Beaune Rouge Les Beaux Fougets 2016. Fumée, nota di carne, terra e fiori. Ha un palato fine e distinto. (90/100)
Beaune Rouge Les Beaux Fougets 2015. L’annata ha prodotto un vino più concentrato e grasso. È floreale ma anche più tannico. (91/100)

Alex Gambal
Savigny-lès-Beaune Rouge Les Grands Picotins 2015
. Un vino serio, profondo e con dei tannini fitti e gentili. (88/100)

Maratray-Dubreuil
Savigny-lès-Beaune 1er Cru Les Vergelesses 2015. L’annata più ricca ha prodotto un vino muscolare e tannico, dotato di fondo. Manca solo di un po’ di frutto in più. (89/100)

Agnès Paquet
Auxey-Duresses Blanc Patience n° 9 2016
. Aperto e fruttato, acidità agrumata. (88/100)

Pavelot Luc et Lise
Pernand-Vergelesses 1er Cru Rouge Les Fichots 2015. Frutto croccante, buccia di arancia, spezie, tannino sottile. (89/100)
Pernand-Vergelesses 1er Cru Rouge Ile de Vergelesses 2016. Il più bel vino della serie, ha energia, un frutto croccante e una lunghezza notevole. (92/100)

Raper Père et Fils
Pernand-Vergelesses 1er Cru Blanc Sous Frétille 2016. Vigne di alta collina, ha tensione, note di agrumi e una venatura minerale. Lungo. (90/100)
Pernand-Vergelesses 1er Cru Rouge Les Vergelesses 2016. Lamponi e una nota minerale, fresco e dinamico. (92/100)
Aloxe-Corton rouge 2015. Equilibrato, ha dei tannini solidi. (88/100)
Beaune 1er Cru Rouge les Cents Vignes 2015. Rotondo, entra morbido e poi si sentono i tannini del 2015, richiede di attendere almeno otto-dieci anni. (90/100)

Jean-Claude Rateau
Beaune 1er Cru Rouge les Coucherias 2016. Uno dei pionieri del biologico in Borgogna. I suoi vini si staccano per stile da tutti gli altri. Vino aperto, arioso, gran frutto. (90/100)
Beaune Rouge 2016. Frutto croccante, facile, esemplare per beva ed espressione del terroir. (92/100)
Beaune 1er Cru Rouge les Reversés 2015. Suolo di argilla. Molta materia, ma ha finezza. Speziato e con molto charme. (93/100)
Beaune 1er Cru les Bressandes 2014. Ciliegia, granatina, una materia più sottile, ma guadagna in bevibilità. (90/100)