Screwcap Wines, il valpolicellino e la Valpolicella

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La cosa che mi ha davvero colpito dopo aver svitato questa bottiglia e aver versato il vino nel bicchiere è stata l’integrità cristallina del colore rubino. Non il minimo segno dell’incedere del tempo su un “valpolicellino” base. Perfetto, e lasciatemi pensare che sia uno degli effetti positivi della chiusura a vite, perbacco (anzi, ne sono convinto – e direi certo -, lo è).

Il vino, poi, è quel che mi aspetto da un Valpolicella e insomma è quanto appartiene alla tradizione della quotidianità valpolicellese, e dunque una gran beva all’insegna della ciliegia – leggasi il frutto della corvina veronese, vitigno principe dell’area -, un tannino presente con moderazione, qualche accenno verde, un (bel) po’ di pepe e una buona freschezza, forse aiutata da un saldo di molinara nell’uvaggio. Solo acciaio. Vino da mettere sulla tavola d’ogni giorno, per accompagnare il cibo di casa.

Valpolicella 2016 Antolini
(80/100)

 

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