Screwcap Wines, finalmente una Lacrima di gioia!

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Oh, finalmente! Prendetelo come uno sfogo liberatorio e denso di soddisfazione. Perché finalmente – ripeto per la terza volta, finalmente – ho potuto bere al colmo del proprio potenziale il vino di un giovane vignaiolo che apprezzo, Paolo Lucchetti.

Cos’è cambiato per farmi dare in quest’esclamazione? Semplice, è cambiato il tappo. Via il sughero, spazio alla capsula a vite, e il frutto e i fiori della Lacrima di Morro d’Alba sono esplosi, perfettamente integri, pulitissimi, affascinanti.

I suoi vini li avevo bevuto qualche mese fa. Il potenziale l’avevo trovato buono, certo, ma il vino era in qualche modo contratto, frenato, disturbato, per certi versi incupito, il che non mi faceva apprezzare appieno quella ciliegia visciola insieme croccante e succosa che mi piace assai nei rossi fatti col vitigno di Morro d’Alba.

Ora ecco l’annata 2017 del Fiore sotto screwcap e il vino riacquista luce, gioia, beva piacevolissima eppure anche compatta, pienamente gratificante, perfettamente gastronomica. Al primo bicchiere segue il secondo, dopo il secondo ti sorprendi a versartene quasi meccanicamente un terzo. Ti tocca riavvitare il tappo per limitarti. Se l’invito alla beva è indice d’ottimo vino, questo è ottimo vino, e io penso che quell’invito sia perfettamente indicatore d’eccellenza in effetti.

Serviva una prova provata? Eccola qui. Avete capito a che prova provata alludo, vero?

Lacrima di Morro d’Alba Fiore 2017 Mario Lucchetti
(90/100)

 

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