Scomposto, una malvasia in anfora

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Chi lo avrebbe detto agli antichi greci e romani che quelle anfore nelle quali conservavano i loro vini sarebbero diventate di moda, avrebbero fatto tendenza. Per loro era solo l’unico materiale possibile e disponibile e, proprio nel mio territorio, il Vesuvio, abbiamo la fortuna di vedere i dolia interrati nelle antiche cantine disseminate sul territorio. La furia del vulcano ha stoppato il tempo e ogni attività dell’uomo in un fermo immagine straordinariamente affascinante.

Quando ti viene presentata una bottiglia di questo tipo, l’accento vocale ti arriva così: guarda quanto è fico il mio vino e ti deve piacere per forza perché io sono un tipo fricchettone e alternativo in quanto vinifico in anfora. Un po’ come è andata per i vini naturali dove spesso ti è toccato subire puzzette varie e acido acetico a zaffate perché lo stile natùr rende tutto più giusto e più bello.

Nel caso di Scomposto, la conoscenza diretta è andata in maniera opposta, nel senso che non avevo voglia di bere vino, ma quando ho visto nel bicchiere la vivacità di luce e colore, si è accesa la curiosità di provarlo. E bene ho fatto perché è un grande vino bianco del beneventano.

Tenuta Sant’Agostino è a Solopaca, terra di vino, nota più per i grandi numeri che per la qualità. Qui al sud l’onomastico si festeggia in maniera sentita con la famiglia e questa azienda nasce sul ricordo dei bellissimi momenti di festa vissuti tra le vigne sotto il monte Taburno. I produttori sono Raffaella, Carlo, Mimmo, Gennaro Ceparano che hanno voluto ridare vita alle vigne del papà Agostino inaugurando la cantina nel 2013.

Tornando a Scomposto, è un bianco che mi ha colpito per la sua profondità espressiva e la precisione ritrovata sia nei profumi che all’assaggio. Sa di finocchietto selvatico sulle prime, ricorda la rosa e il mandarino, poi l’albicocca, con una certa eleganza e sa coinvolgere soprattutto all’assaggio, ricco, avvolge nella trama che rimanda energia, vitalità, proprio come si nota nei colori e nella lucentezza.

Come spesso accade, nei territori del vino campano si bevono grandi vini a prezzi incredibilmente bassi. È il caso anche di Scomposto, un motivo in più per mettere un po’ di bottiglie in cantina.

Benevento Bianco Scomposto 2017 Tenuta Sant’Agostino