Scarpa a Lignano Sabbiadoro

muset

Quando vieni al mare, ti porto a fare merenda in un’osteria dove hanno un muset che petta. Ti piacerà di sicuro. Questo diceva il messaggio ricevuto.

Ora posso dirlo: sono una professionista esperta. Della merenda. Perché bisogna avere anni di esperienza ed io, modestamente, li ho.

Da Scarpa a Lignano Sabbiadoro, sono accolta da un personaggio a dir poco folcloristico – e io amo chi esce dagli schemi – e da un piatto di pane e muset caldissimo che si appiccica alle mani, alla lingua e alla felicità. I tovaglioli di carta si scompongono fra le dita unte mentre sul volto si compone un gran sorriso. Il vino lascio che lo scelga l’oste e bevo molto bene, tra un calice di cabernet e un merlot, rigorosamente friulani.

Per pulire la bocca dal muset, chiedo pane, prosciutto e cren. Stavolta piango. Lacrime di gioia e di bruciore insieme, ché il rafano ha questa peculiarità, la sua piccantezza si insinua nel naso e fa lacrimare gli occhi. Per fortuna c’è il vino a ripristinare gli equilibri.

Concludo la sana merenda con una fetta di pane e crema di branzino condito con un filo di olio, olive e pomodorini. Sono felicemente appagata. Bisogna che lo scriva: grazie Ivan. Il mare vissuto così ha davvero tutto un altro sapore.