I Sancerre (bianchi, rossi e rosé) di Daniel Crochet

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Sono numerosi i Crochet a Sancerre. Quindi cercate di non sbagliare se proprio volete acquistare i vini di Daniel. Non sono molte le informazioni che si trovano su questa cantina, ma con un pizzico di pazienza qualcosa si riesce a sapere. Daniel è la quarta generazione a gestire questa proprietà, che si estende per poco più di 9 ettari attorno al villaggio di Bué. Il suolo è quello caratteristico della zona, le famose “terres blanches” dal colore del terreno argillo-calcareo o calcareo sassoso.
Pur non aderendo a nessuna filosofia bio, Daniel non diserba, lavora il suolo e lascia crescere l’erba tra i filari, anche per evitare i fenomeni di erosione e ridurre le rese aumentando la concentrazione. I vini non vengono filtrati o lo sono molto leggermente. Sono tutti molto secchi, in controtendenza rispetto ad altri che spingono verso una maggiore dolcezza.
Vediamo come è andata la degustazione dei vini.
Sancerre Blanc Domaine 2014
Rappresenta il vino più importante per volume e serve anche a dare una idea di come il produttore intende lavorare. Ricordiamoci che il 2014 non è stato un anno fenomenale da quelle parti. Risalta una grande pulizia al naso, pervaso da note di fiori bianchi delicati, mandorla, sambuco e un pizzico di mineralità. Il frutto sembra ben maturo, innestandosi perfettamente nel finale acido che sostiene e allunga la beva. Le vigne hanno da 5 a 35 anni. Ancora molto giovane, trascende il millesimo.
(88/100)
Sancerre Blanc Cuvée Prestige 2013
Le uve derivano da tre parcelle che hanno una età minima di 35-40 anni. Un vino sicuramente più introverso che comunica molta più profondità. Bel naso di bergamotto e polvere da sparo. Attacco quasi timido che si sistema nella lunghezza. Acidità ancora da fondere, grande eleganza che solo il tempo rivelerà. Il vino resta un anno sui lieviti.
(90/100)
Sancerre Blanc Plante des Près 2013
Parcella separata con vigne di oltre 50 anni situate su calcare friabile su base di roccia. Esposizione pieno sud su terreno in pendenza. Frutto denso, ricco, grasso. Agrumi e la caratteristica nota minerale. Poi frutta matura a dominante verde come il kiwi e la uva spina. Molta classe, bilanciato, tanto charme. Finale di polvere da sparo.
(92/100)
Sancerre Blanc Chêne Marchand 2012
È il cru più famoso e ricercato di Buè. Sono 30 ettari divisi tra circa 20 produttori. Il suolo è totalmente calcareo. Il naso di distingue per una nota più verde, poi vengono i fiori di lavanda. Quasi in contrasto il palato, più grasso e maturo. Questa concentrazione rende la beva più morbida, attutendo la proverbiale acidità che, nel caso abbiate dei dubbi, arriva a sferzare il finale. Un Sancerre compatto, complesso, che si distingue per la nota amarognola e un finale che ricorda il gesso.
(94/100)
Sancerre Rosé 2014
Ci si dimentica spesso che Sancerre non è solo sauvignon, ma anche pinot noir. Un’uva che trova sempre più estimatori in questa denominazione, grazie anche a maggiori maturità concesse dal riscaldamento climatico. Dietro un iniziale ritrosia dovuta alla solforosa, il vino porge aromi di rosa e fragolina. Il vino è ottenuto con una spremitura diretta e senza alcuna macerazione prefermentativa, da una vigna dedicata unicamente alla produzione di questa tipologia. È un rosato vinoso, complesso e che tende ad assomigliare a un bianco. Floreale.
(88/100)
Sancerre Rouge Domaine 2013
Ciliegia, chiodo di garofano, un insieme che tende molto al vegetale. È ottenuto da un affinamento di oltre un anno, misto tra barriques, tonneaux e acciaio. I grappoli sono diraspati, salvo quelli delle vigne più vecchie. La macerazione dura 25/30 giorni senza troppa estrazione per non rovinare la delicatezza degli aromi e non impattare i tannini. Non una grande complessità, ma un vino simpatico che si beve con molto piacere.
(85/100)
Sancerre Rouge Vieilles Vignes 2011
Molto speziato, in particolare evidenza il pepe (il produttore dice che è tipico dell’annata). Si percepisce l’uso del legno nuovo, usato in maniera molto discreta per un vino che definirei classico. È ancora incredibilmente giovane e fresco, sembra appena imbottigliato. Frutta matura al naso, senza alcuna sensazione vegetale. Potente e tannico, richiederà pazienza. Potrebbe dare parecchio “fastidio” a molti pinot di Borgogna.
(92/100)

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