Il rosé è ugly fashion (come le Birkenstock)

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Il consumo di rosé si iscrive in quella tendenza che sta seducendo le giovani generazioni europee che vogliono affrancarsi dai codici sociali del passato, quella tendenza che gli esperti di marketing chiamano “ugly fashion” e che premia l’insolito, tipo le Birkenstock, che qualche tempo fa sarebbero state snobbate come ciabatte “da tedeschi”.

Oh, non lo dico mica io questa cosa che il rosé è vincente per via dello stile “ugly fashion”. Lo dice uno che se ne intende davvero, ossia Louise Taccoen, responsabile marketing del Carlin Creative Trend Bureau, un’icona francese quando si parla di tendenze di mercato. Ne ha parlato in un’intervista dell’inserto vinicolo de Le Figaro, sottolineando che ci sono alcolici che danno un’idea di “vecchio” e che c’è invece il rosé che quest’immagine “invecchiante” non ce l’ha.

A vincere è la controcultura del “cool” e il rosé è “cool” perché sdrammatizza rispetto agli altri vini, si prende perfino in giro. Non solo. Il rosé è anche più “leggero” dei vini considerati “elitari”. Insomma, “non sembra quasi neanche di bere alcol”. E poi “gli hipster sono sensibili anche al colore molto chiaro, ai bei riflessi, alla trasparenza”. Insomma, il rosa “c’est une couleur à la mode”.

Avanti col vino rosa, dunque.