Rosé, il colore conta e l’estate non è l’unica stagione

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Quanto conta il colore in un vino rosa? E il vino rosa va bene solo d’estate?

A queste due fondamentali domande relative al mondo dei vini rosa, o dei rosé, come li chiamano in giro per il mondo di lingua anglo-francese, cerca di dare una risposta sintetica Mike Veseth sul suo blog The Wine Economist.

Ordunque, sul colore scrive che il giudizio convenzionale è che un rosé chiaro vende meglio che uno scuro. Anche se si fanno vini rosa dalle tonalità più diverse, e anche se ce ne sono di buoni di qualunque tonalità. Il problema è che sui mercati internazionali “funziona” di più la tonalità chiara e se un rosé non vende il primo “colpevole” è individuato nel colore. “Si usa dire – scrive Veseth – che nessuno è mai stato licenziato per aver comprato attrezzature IBM, e così pure nessuno riceverà il benservito per aver fatto un rosé troppo chiaro”.

L’altra questione, quella del consumo estivo, è altrettanto e forse più interessante. E ci sono due possibili risposte, secondo Mike Veseth. Certo, il rosé è un vino estivo nel senso che nelle sue vendite c’è una fortissima componente legata al consumo stagionale, e i consumatori indubbiamente bevono più rosé nei mesi caldi. Ma il rosé non è solo un vino estivo e le vendite sono attualmente significative durante tutto il corso dell’anno. Negli Stati Uniti. In Italia si arranca ancora perfino in estate. Ma le cose forse stanno cambiando. Finalmente.