Roinos 2009, l’Aglianico del Vulture di Eubea

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Amo profondamente l’aglianico e, pur essendo campana, riconosco che quello del Vulture, quando è fatto con tale competenza, non ha rivali. È di una profondità estrema e riesce a conferire a questo vitigno difficile e spigoloso, un carattere elegante, pur mantenendo la sua esuberanza.
Il Vulture, vulcano spento, è terra antica di aglianico ed il suolo vulcanico ha preservato nel tempo moltissime piante a piede franco in quanto sui suoli sabbiosi la fillossera ha difficoltà ad attecchire. Il territorio è ricco di corsi d’acqua nel sottosuolo che poi affiorano in superficie occupando i crateri del vulcano, dando forma ai bellissimi  laghi di Monticchio.
Il paesaggio si presenta ancora molto selvaggio e di grande fascino. La forte presenza di tufo, roccia vulcanica particolarmente porosa, fa da spugna, assorbe l’acqua rilasciandola poi al terreno gradualmente. Infatti qui si usa dire che il “terreno allatta”, ovvero trasuda l’acqua.
Inverni rigidi, estati torride mitigate comunque dalla presenza della catena montuosa dell’Appennino Meridionale, e forti escursioni giorno notte sono tutti fattori che favoriscono l’espressività territoriale dell’aglianico del Vulture.
I vigneti dell’azienda agricola Eubea di Francesco ed Eugenia Sasso si estendono per 15 ettari tra Barile e Ripacandida, hanno tra i 40 e i 60 anni, sono posti ad una altitudine di 600 metri. L’aglianico è vitigno tardivo e qui trova il terroir ideale in quanto non incappa nelle eventuali piogge disastrose tra ottobre e novembre che potrebbero compromettere la vendemmia.
Roinos è l’etichetta di punta, prodotta dalle vigne più vecchie dove l’aglianico viene portato a piena maturazione fenolica, quindi vendemmiato a novembre inoltrato, scelta che favorisce moltissimo la qualità del vino. L’aglianico è vino fatto di luce ed ombre, mi viene di paragonarlo alla pittura di Caravaggio. Ora ostile e spigoloso, ora solare e profondo, o lo ami o lo detesti.
Roinos 2009 è una bottiglia da conservare con cura in cantina. Aglianico del Vulture di grande spessore espressivo, profondo, luminoso, sapiente, si racconta con sicurezza. L’annata è stata generosa e questo equilibrio felice con la natura si percepisce a pieno. Il naso è ampio, dalle note balsamiche, al frutto deciso di ciliegia, buccia di arancia e spezie sottili ed eleganti. L’assaggio è coinvolgente, materico, esuberante ed elegante allo stesso tempo, i tannini sono serrati e piacevoli, vibra di freschezza ed energia. Vivacità che gli consentirà di sposare il tempo in un patto di amore fiducioso e continuo, senza scossoni o pentimenti.

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