Come rimanere insensibili di fronte a un vino così?

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Oggi scrivo dello Champagne Blanc de Blancs 1995 di Jacques Selosse. Si tratta di un vino sboccato il 14 febbraio 2003, è quindi rimasto oltre sette anni sui lieviti. Ha un colore oro antico che già mette di buon umore. L’evoluzione lo ha portato verso degli evidenti toni ossidativi che contribuiscono in maniera fondamentale alla sua complessità. Ha un naso da paura, come poche volte ho sentito in uno Champagne.

È totalmente in evoluzione, ogni volta che si porta il naso al bicchiere si percepiscono aromi differenti. La parte fruttata si è fatta esotica con una nota più fresca di susine (mirabeille). La parte più viscerale e caratterizzata va dalla castagna arrosto al lievito, passando per i funghi porcini, il sale e il mare.

Anselme cerca di non approfondire la parte effervescente del vino, che per lui è solo un veicolo della mineralità e deve appena accompagnare il vino, senza diventare protagonista. Alla fine quello che cerca è la rivelazione di una annata e di un’uva, lo chardonnay. In questo arriva ad avvicinarlo ad un grande Borgogna, non siamo per certi versi molto lontani da un Corton-Charlemagne con qualche anno di carriera. Non è uno stile che piace a tutti, vero, ma non si può rimanere insensibili di fronte a un vino così vibrante ed armonioso.

Grande finale grasso, pepato, salino e luminoso.

Champagne Grand Cru Blanc de Blancs Brut 1995 Jacques Selosse
(96/100)

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