Me lo ricorderò per sempre come un politico di quelli di una razza che non c’è più o che è diventata rara. Una persona concreta, di quelle che mirano a risolvere i problemi avendo a mente l’interesse collettivo. Lo chiamano un po’ enfaticamente bene comune.
Lo ricordo assessore provinciale all’agricoltura nella “mia” Verona, una trentina di anni fa. Mise in piedi tante iniziative che allora sembravano piccole e si dimostrarono lungimiranti. Ve ne dico una? Fu il volano della riscoperta della cucina di pesce del “mio” lago di Garda. I frutti di quell’intuizione si vedono ancora e in tanti ne beneficiano senza averlo neppure mai incontrato, forse neanche sentito nominare. Per un quarto di secolo, dal 1983 al 2008, ha anche guidato la Cantina di Soave, creando le premesse perché diventasse il colosso che è oggi.
Ora Luigi Pasetto, classe 1930, ci ha lasciati. Confcooperative e Fedagri, nel messaggio di commiato, lo hanno definito “un cooperatore attento alle istanze del suo territorio”. Condivido questo ritratto. Aggiungo che era un “signore”, un gentiluomo. Vecchia scuola anche quella.
Grazie di tutto, Luigi.
Nereo
Concordo
Cristina Pasetto
Buonasera sono Cristina Pasetto la figlia di Luigi, non ci conosciamo…le esprimo la mia gratitudine per ciò che ha riportato nell’articolo soprattutto per avermi fatto conoscere un ulteriore contributo che ha dato mio padre per far crescere il nostro territorio. Sono fiera di lui.
Angelo Peretti
Ha ben motivo di esserne fiera.
Paolo Menapace
Grazie, per quanto hai scritto sul Signore, Comm: Luigi Pasetto, ho avuto il piacere di averlo come Presidente, ma anche come sincero Amico.
E’ stato un grande, giustamente come hai scritto, non solo per la Cantina di Soave , ma tutta la Cooperazione Agricola Italiana e non solo.
Ciao Gigi.