Retrospettiva, i vini del 2014 (e altri) a Pommard

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Pommard, un nome dal suono evocativo che ha fatto la fortuna del cru. Qui è di casa il solo pinot nero, su 125 ettari di 1er cru e 212 di village. A metà collina, i 1er cru si trovano su suolo argillo-calcareo. La sua caratteristica è di consentire un ottimo drenaggio delle piogge, grazie alla presenza di ciottoli. Più in basso i villages sono piantati su terreni più argillosi e quindi più pesanti, più in alto su suoli di calcare bruno più duro.

Pommard gode di una eccellente reputazione ed è conosciuto per dare vita a pinot strutturati, tannici, complessi e lunghi a farsi. Negli ultimi anni il clima non è stato dei più clementi, si sono succeduti numerosi episodi di grandine che hanno decimato la produzione, e annate fredde di difficile gestione. La sensibilità del produttore ha fatto la differenza, andava usata la mano leggera in vinificazione per evitare tannini asciuganti. Pochi hanno seguito questa strada, ed è un peccato.

Di seguito la retrospettiva dei vini assaggiati a Les Grands Jours de Bourgogne. Salvo diversa indicazione, sono tutti 2014.

Louis Boillot et Fils
Pommard 1er Cru Les Fremiers: chiuso e davvero troppo tannico. (82/100)
Pommard 1er Cru les Fremiers 2011: decisamente meglio, terroso, il vino è costruito su una buona materia prima. Termina un po’ corto. (85/100)

Château de Meursault
Pommard 1er Cru Clos des Epenaux: si è fatto il possibile per evitare di esagerare col tannino, il risultato è parzialmente riuscito. Manca di frutto. (84/100)
Pommard 1er Cru Clos des Epenaux 2013: se il naso è ancora in corso di definizione, il palato regala sensazioni positive di fiori e terra. Lungo e promettente, da attendere. (87/100)

Comte Armand
Pommard 1er Cru Clos des Epenaux: china, inchiostro, erbe alpine, non riesce a far uscire il frutto. Palato inchiodato dai tannini, da rivedere ma ho l’impressione che non troverà mai pace. (84/100)
Volnay Frémiers 2011: leggermente vegetale, carino e all’inizio dell’evoluzione. (85/100)

Domaine de Courcel
Pommard 1er Cru Grand Clos des Epenots 2015: campione di botte, gran frutto, diretto e preciso. Bella materia, senza forzatura. (87/100)
Pommard 1er Cru Grand Clos des Epenots: grande naso floreale, dinamico, scalpitante, molto tannico ma equilibrato. (86/100)
Pommard 1er Cru Grand Clos des Epenots 2010: una grande annata in un momento ingrato, il vino si è totalmente chiuso, ma il potenziale è enorme. (90/100)
Pommard 1er Cru Grand Clos des Epenots 2007: questo assaggio è fondamentale per dimostrare la pazienza che serve con questi vini. Naso magnifico, ricco, speziato e terroso, fiori secchi, bocca di una eleganza siderale, un grande pinot maturo ma ancora giovane. Servono almeno 15 anni a un buon Pommard. La cantina è consigliata da Yves Confuron, grande partigiano delle vinificazioni tradizionali. I risultati parlano chiaro, si trovano qui i migliori Pommard dell’annata. (92/100)

Chantal Lescure
Pommard Les Vignots 2013: un vino incomprensibile, sfuggente e poco preciso. Tanti tannini. (78/100)

Rebourgeon-Mure
Pommard 1er Cru les Arvelets: interpretazione moderna a base di macerazione a freddo. Un frutto anche troppo evidente e poco spontaneo. Palato di giusto peso. (85/100)
Pommard 1er Cru les Grands-Epenots 2013: fine e floreale, si basa sulla ricerca dell’eleganza, a scapito di una materia più densa. Il risultato è gradevole. (87/100)