Questione di finezza

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Ecco, da un bel po’ di tempo a questa parte tendo a preferire vini del genere, che si facciano bere con piacevolezza. Occhio: che siano comunque vino, mica una qualunque bevanda alcolica. Che non commettiamo adesso l’errore – il peccato – contrario: basta muscoli e avanti il vin bolso. Nossiggnori. Voglio vini che abbiano carattere, che esprimano personalità, che descrivano un territorio, una stagione, una filosofia di vita e di campagna, ma senz’uccidermi il piacere del bicchiere e della tavola e della convivialità e della ciàcola amichevole e fraterna. Vini che t’inducano a vuotar la bottiglia senz’impastarti però bocca e cervello. Che non facciano seccare le fauci. Che non abbiano alcol che brucia e tannino che allappa.

Già, è la finezza che bramo. Mica la concentrazione esasperata che impazza.

Articolo originariamente pubblicato il 10 gennaio 2006