Quell’orrendo cliché delle donne che bevono rosé

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Basta, per favore, basta! Basta con questa storia del “rosé vino delle donne”. Perché con quelle quattro parole virgolettate si compiono due discriminazioni, verso le donne e verso il vino rosa. “Il cliché delle donne che bevono rosé” titola una puntata del podcast di Eleonora Cozzella, Questioni di Gusto, su Repubblica. Se siete abbonati, vi invito ad ascoltarlo. Altrimenti cerco di riassumerne qualche parte.

L’intervento audio, pubblicato ai primi di marzo, racconta che “già da qualche giorno i comunicati stampa riempiono la caselle di posta elettronica dei giornalisti enogastronomici. Oggetto: vino rosé per la festa della donna”. “Il punto – stigmatizza Eleonora Cozzella – è perché ancora si perpetrata questo stereotipo”. Uno stereotipo, ribadisco, a doppio senso. Nei confronti delle donne e nei confronti del vino rosa.

“In realtà – dice Eleonora Cozzella -, per quanto sappiamo apprezzare il rosato giusto in abbinamento al giusto piattto, lo stesso accade per un bel rosso corposo con una succulenta pietanza, appunto, da rosso”. “Eppure – rimarca – ancora certi sommelier e vigneron raccontano di vini adatti al palato del gentil sesso. Come ancora certi critici gastronomici sostengono di poter trovare nei piatti una mano femminili. Noi donne dovremmo avere gusti più delicati, prediligere i vini leggeri e fruttati, detestare formaggi troppo pungenti e inorridire di fronte a una ricetta di interiora”. Ma “non esiste una mano femminile o una diversa sensibilità sul cibo, né da parte di chi cucina, né di chi mangia. Insomma, il gusto non ha genere”. Per lo stesso assurdo motivo, aggiungo io, raramente sento consigliare un vino rosa a degli uomini, perché ancora troppi (la maggioranza?), fra coloro che propongono il vino e perfino tra coloro che lo fanno, lo considerano “da donna”. Anche il vino rosa non ha genere. Come qualunque altro vino.

A proposito. Da Eleonora Cozzella riprendo anche la campagna che ha proprio quell’intestazione, “Il gusto non ha genere”. O meglio, #ilgustononhagenere, perché si tratta di un hashtag contro il pregiudizio. A ideare la campagna sono state Mariachiara Montera (consulente di content marketing e content creator), Rossana Borroni (project manager e social advertising expert) e Valentina Merzi (illustratrice e fotografa). Invitano a condividere su Instagram, l’8 marzo, un’immagine disegnata da Valentina Merzi, insieme a una frase personale sul pregiudizio e all’hashtag che ho detto. Taggando le tre ideatrici del progetto. Invito a farlo anch’io. L’immagine è quella che trovate a corredo di questo pezzo. Cliccandoci sopra la vedrete a dimensione maggiore. Altrimenti potete scaricarla anche cliccando qui.

Basta, basta, basta coi pregiudizi!