Quei produttori condannati a bere il proprio vino

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Pensavo a certi produttori di vino leggendo su “Io Donna” l’intervista di Cristina Milanesi a Donatella Versace. No, non c’entra la moda e il suo ipotetico legame col vino. Non c’entra neppure come si vestono. C’entra il contenuto di una domanda con relativa risposta. Siccome nel pezzo si presenta un nuovo profumo targato Versace, l’intervistatrice chiede: “Se non usasse il suo profumo, quale sceglierebbe?”. E Donatella Versace risponde: “Spesso mi chiedono che cosa indosserei se non Versace, come se avessi una vita segreta dove potere indossare capi di altri designer senza essere vista. Ma non è il mio caso: sono Donatella Versace e indosso Versace. Lo stesso vale per le fragranze: scelgo un profumo Versace perché fa parte di me”. Capisco, il brand e lo stile della maison prima di tutto.

Ecco, però, a leggere queste parole mi sono venuti in mente quei produttori che qualunque sia il ristorante che scelgono per pranzo o per cena ordinano sempre e solo il loro vino. Penso che se sono a capo di aziende medio grandi e se dunque hanno spesso colazioni e cene di lavoro, sono praticamente condannati a bere sempre e solo i loro vini. Mi dispiace, per loro. Vuoi mettere la bellezza di bere le cose degli altri? Di confrontarsi? Di discorrerne? Tra l’altro, questo aiuterebbe meglio anche me, se sono a tavola con loro, a capire lo stile, la filosofia, il pensiero di chi mi sta seduto di fronte: tanto, il più delle volte il suo vino l’ho già bevuto e ribevuto. Peccato.

Articolo originariamente pubblicato il 25 gennaio 2014


2 comments

  1. Maria Luisa Manna

    ….mai ordinato una bottiglia di vino proprio al ristorante….me lo bevo di nascosto 😃 ogni tanto a casa perché mi piace… o quando i clienti vengono a trovarci in azienda e desiderano assaggiare i nostri vini…

  2. Angelo Peretti

    Angelo Peretti

    Ecco perché siete così cortesi quando vengono a trovarvi i clienti in cantina! In ogni caso, i vostri vini è sempre un piacere averli nel bicchiere.

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