La purezza cristallina di un Corton-Charlemagne 2009

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Personaggio suo malgrado, Jean-Charles le Bault de la Morinière, alla “Gènie des Millésimes en 9”, durante Le Grand Tasting parigino di Bettane&Desseauve, ha presentato con grande humor una delle proprietà più prestigiose della Borgogna, il Domaine Bonneau du Martray, che comprende 11 ettari sulla montagna di Corton. Vi vengono prodotti due grand cru, un Corton rosso e il bianco Corton-Charlemagne.
Il bianco risulta dalla vinificazione di 15 parcelle di chardonnay site sul versante ovest, quello più complicato da coltivare. Le vigne sono state propagate con selezione massale subito dopo la crisi della fillossera, e hanno una età media superiore ai 40 anni.
Il produttore ha definito questo luogo un universo di calcare, totalmente privo di argille. Il suolo deriva dalla modificazione e degradazione di vari strati di marne e silici, ed è molto difficile da coltivare.
Nel 2004 è iniziato un test di biodinamica sul 30% della proprietà. I risultati sono stati valutati molto “laicamente” e nel 2009, visti gli eccellenti risultati, è stata presa la decisione di passare al 100% dei terreni.
Abbiamo assaggiato, dunque, proprio il Corton-Charlemagne 2009.
Richiede un grande sforzo l’assaggio di un vino così giovane. Nel bicchiere l’evoluzione è clamorosa e credo si riesca ad avere solo una parziale visione di quello che sarà il vino all’apice della sua espressività. Clorofilla, fiori bianchi, pietra calcarea, su un fondo di legno che oggi disturba un po’, ma che non ho dubbio alcuno saprà sparire nel giro di 8-10 anni.
L’immagine che mi rimane del vino è la sua trasparenza, la purezza cristallina e la lunghezza del palato.
Termina con aromi di crema di nocciola, la persistenza è da non credere.
Monsieur de la Morinière chiude definendo questo vino l’espressione di un luogo unico, di fronte al quale l’uomo deve sparire.
Corton-Charlemagne 2009 Domaine Bonneau du Martray
(98/100)

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