Pugno di ferro in guanto di velluto

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Quando ti inerpichi fin su al domaine Burgaud, a Le Champin, sopra Ampuis, capisci quanta fatica si fa a coltivare la vigna lì nella Côte-Rôtie. Le piante sono appoggiate a un doppio palo, di cui uno retto e uno obliquo, in modo da sostenersi reciprocamente e vincere la pendenza, e proprio per la pendenza non ci si può mica andare in trattore, lì in mezzo al vigneto, e si occupa tutto lo spazio che c’è, fin sul ciglio, e ogni pezzettino di terra strappato a quella roccia nera, vulcanica, va bene.

Quando ti inerpichi fin su al domaine Burgaud, a Le Champin, sopra Ampuis, fai anche fatica a trovarla la cantina, se non fosse per una freccia che dice solo “Côte-Rôtie” e poi, nel cortiletto, una microscopica insegna sul muro. Anche l’uscio è modesto, una porticina, con sopra scritto “B. Burgaud Viticulteur”. Dentro, pochi legni, tutto qui, tutto in miniatura, tutto senza esibire, tutto privo d’ostentazione. Però è il vino che parla, ed è un gran vino il Côte-Rôtie di Bernard Burgaud, e non servono parole, davvero, per convincere. Basta un sorso, un assaggio, un flash. Com’è quella cosa che si sente dire ogni tanto? “Pugno di ferro in guanto di velluto”. Ecco, il Côte-Rôtie di Bernard Burgaud è questa cosa qui. Straordinario.

Côte-Rôtie 2017 Domaine B. Burgaud
(95/100)