Il pregiudizio, è questo che fa male al vino

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Quand’ero piccolo, e quindi mezzo secolo fa, nel mio paese c’era un negozietto di frutta e verdura nel quale vendevano anche due cose che trovavo irresistibili. La prima attrazione era costituita da degli involucri di cioccolato che contenevano panna e meringa poggiate su una cialda. Avevano e credo tuttora abbiano il nome politicamente scorretto di “moretti” e quando ne trovo li acquisto ancora, perché mi riportano il sapore della mia infanzia. L’altro richiamo erano “le buste”, rigorosamente divise per genere – c’erano quelle da bambini e quelle da bambine -, che per i maschietti contenevano fumetti di guerra, soldatini di gomma e figurine dei calciatori. Si acquistavano a pochi soldi e quel che le rendeva speciali era il gusto della sorpresa.

Credo che sia stato a quel modo che iniziai a coltivare il piacere della scoperta che cerco di esercitare di continuo anche nell’occuparmi di vino. Penso che la peggior disdetta che possa abbattersi su di un bevitore di vino sia il pregiudizio, quello che gli impedisce di assaggiare qualunque vino e anche un vino qualunque semplicemente perché si chiama in un certo modo o appartiene a una certa categoria o viene da un certo territorio considerato minore. Personalmente, assaggio di tutto, da qualunque parte e da chiunque provenga. Mi piace coltivare la scoperta delle piccole cose, più che la ricerca delle grandi avventure, e confesso che ne traggo spesso dei momenti di piacere che non posso definire inattesi, in quanto sono esattamente il motivo della mia ricerca. Auguro a tutti le medesime soddisfazioni, che si colgono, tuttavia, solo tenendo la mente sgombra dal preconcetto.


1 comment

  1. Dario

    Giusto ricordarlo. Sembra banale e purtroppo non lo è fatto. Che noia i bevitori di pregiudizi!

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