Tra i pionieri della new age dei vini secchi del Douro

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Quella di Alves de Sousa è una Quinta di fondazione abbastanza recente e tra i pionieri della new-age dei vini secchi della denominazioine di origine del Douro. Accanto ai più tradizionali Porto, Alves de Sousa ha lavorato moltissimo per definire uno stile nei vini non fortificati, cercando di andare verso la finezza. Uscito per la prima volta nel 1992, Quinta da Gaivosa è stato definito da Olivier Poussier, miglior sommelier del mondo e celebre degustatore della Revue du Vin de France, lo Cheval Blanc del Douro. Vediamo alcuni dei molti vini di questa interessante cantina.

Douro Grande Reserva Branco de Gaivosa 2015
Ottenuto da malvasia fina, gouveio e arinto, si tratta di un bianco secco dal tocco internazionale, sottolineato da una invadente presenza di legno. Ha però molta acidità e si intuisce anche della mineralità. Potrebbe sorprendere tra 10 anni. (83/100)

Pessoal Branco 2011
Pessoal significa personale, una interpretazione unica della tradizione del Porto bianco. È in realtà un bianco secco che esce da 6 a 9 anni dalla vendemmia. Il frutto è maturo ed è circondato da una forte presenza alcolica. Il vino è al limite dell’ossidazione. Molto secco, austero. (84/100)

Douro Gaivosa Primeiros Anos 2013
Una interpretazione giovane e dinamica delle uve rosse della regione. Minerale, si sente la pietra calda, e poi i fiori e la frutta rossa matura. Il tannico si sente e il vino è ancora molto giovane. Attendere. (86/100)

Douro Abandonado 2013
Un vigneto di circa 85 anni su suolo di scisto in grande pendenza, talmente difficile da coltivare che la gente del luogo lo aveva abbandonato. Vi sono coltivate 25 varietà di uva diverse. Un vino che mi ha entusiasmato per il suo lato minerale, caratteristica che si ritrova nei migliori vini del Douro. E poi ancora fiori e frutta. Grande concentrazione al palato, l’acidità e i tannini non mollano la presa. Grande vino, il legno non si percepisce. (92/100)

Porto White Quinta da Gaivosa 10 Years Old
Una tipologia non comune e che qui curano particolarmente. Io però lo ho trovato molto zuccherino e molle. (80/100)

Porto Late Bottled Vintage Quinta da Gaivosa 2013
L’idea è di produrre un vino il più simile possibile a un vintage. Il naso esplode di aromi di frutta scura, spezie, pasta di mandorle. Ha una grande pulizia, uno stile elegante e potente, finale molto equilibrato sui fiori. Forse il migliore LBV che ho provato. (91/100)

Porto Vintage Quinta da Gaivosa 2015
Naso eccezionale, purezza minerale assoluta, cenere, fiori. Al palato sorprende per la sua soavità. Chiaramente stiamo parlando di un Porto, la potenza c’è tutta, e anche il tannino non scherza. Regge tutto un equilibrio sovrano. Finale pirotecnico, vino che bisogna attendere almeno 20 anni. (97/100)

Porto Tawny Quinta da Gaivosa 10 Years
Le uve provengono da una zona particolarmente fresca, si cerca un profilo più elegante. Leggero, la ossidazione rimane in sottofondo. Cioccolato scuro, erbe, lengo e non pesante. (94/100)

Porto Tawny Quinta da Gaivosa 20 years
Qui siamo decisamente in territorio ossidativo, l’evoluzione fa parte del suo carattere. Legno di sandalo, spezie dolci, frutta sotto spirito macerata. Sorprende per una finezza non usuale. Pulito in uscita e con una lunghezza degna di nota. (96/100)

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