Pierluigi Tolaini, fortuna in Canada, radici nel Chianti

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Ha il dono della parola Pierluigi Tolaini, durante la cena di gala nella grande cantina, in occasione di Sangiovese Purosangue 2018, arriva dritto alle corde dell’emozione, pur avendo un linguaggio semplice.

Ha 82 anni e nel raccontare la sua storia traspare ancora la profonda amarezza di quando lasciò la Garfagnana a 19 anni, nel 1956, da solo, per sfuggire alla miseria. “Avevo unicamente il biglietto di andata, dice appesantendo la voce, e non sono tornato perché non potevo pagarmi il viaggio. Da allora non ho mai più messo piede su una nave, per non rivivere la terribile tristezza di quella partenza”.

“Sono profondamente grato al Canada – tiene a precisare – dove vivo tutt’oggi con la mia famiglia, e a tutta la gente straordinaria che mi è stata vicina. Durante quel viaggio speranzoso e crudele allo stesso tempo, ho fatto a me stesso tre promesse solenni: non mangerò mai più polenta (mangiavamo solo quella a casa), non berrò mai più vino cattivo, non sarò mai più povero”. Le ha mantenute tutte e a queste oggi ne aggiunge una quarta con ironia: farò il vino più buono d’Italia.

In Canada, a Winnipeg, Pierluigi ha fatto fortuna nel settore dei trasporti su camion, iniziando a lavorare come autista. La sua azienda di trasporti TransX è oggi tra le più importanti, specializzata nel trasporto di cibi freschi e congelati. L’ha venduta proprio di recente – “adesso voglio dedicarmi al mio vino”.

Come spesso accade nelle storie di emigrazione, si ricercano poi le proprie radici nella vigna che più di ogni altro settore esprime la cultura e le tradizioni di un territorio agricolo. Se poi questo è in Toscana, in terra di sangiovese e Chianti, il vino diventa quasi il centro dei propri ricordi e anche motivo di orgoglio verso le proprie origini. L’Italia è un paese meraviglioso, ma gli italiani lo dimenticano troppo spesso, senza il dovuto rispetto.

A Castelnuovo Berardenga, dopo una lunga ricerca, trova finalmente il terreno per le sue vigne. Siamo nella zona a sud del territorio del Chianti classico, poco distante dalla bellissima Siena. Il percorso per raggiungere Tolanini Winery è di estrema bellezza, in salita tra le dolci colline tratteggiate dai filari ordinatamente pettinati e sempre affiancati dalla maestosità dell’olivo, altro simbolo di questa terra. Cinquanta ettari avvolgono la bellissima dimora antica del XIV secolo, organizzata per l’accoglienza con camere curatissime che affacciano sulle colline circostanti. L’impianto dei vigneti parte circa venti anni fa con Michel Rolland.

La famiglia mantiene tutt’oggi un ruolo primario nella vita e nel lavoro di Pierluigi Tolaini. È infatti Lia, sua figlia, a occuparsi dell’azienda vinicola e della società che importa vini italiani negli States. Insomma, gente tosta e di successo, con il sorriso sempre pronto e una fiduciosa capacità di interloquire con tutti, nella consapevolezza che ci sia sempre da imparare e che nei rapporti con le persone avvenga l’investimento più importante.

Oggi è Luca D’Attoma il consulente enologico e tra i vini prodotti spicca, secondo il mio gusto, il Chianti Classico Gran Selezione Sette 2014, dalla vigna di Montebello dove il suolo si presenta argilloso e biancheggia al sole perché ricco di galestro. Ricorda molto l’austerità e la determinazione di Luigi, la sua mania per la precisione e l’entusiasmo verso la generosità di questo territorio. Espressivo e coinvolgente sia al naso che al palato, tanto frutto di ciliegia e mora, un tocco elegante di geranio, all’assaggio si mostra scattante e succoso, severo nei tannini, ma ci sta per un sangiovese giovane, vibra di energia ad ogni sorso.  “Non invecchiate – conclude con voce bassa -, cercate di non invecchiare”.


1 comment

  1. antonella poli

    “tocco elegante di geranio ” praticamente come?????

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