Però ammettiamolo, Cernilli ci vede dentro nel vino

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Ho lasciato passare un po’ di tempo dal montare delle polemiche e dei sassolini nelle scarpe, però adesso lo dico: ammettiamolo, Daniele Cernilli continua a vederci dentro molto bene nel vino italiano. E sì, perché se in novembre Wine Spectator ha piazzato il Sassicaia 2015 al primo post della sua top 100, la notizia che questo fosse un vino spaziale ce l’aveva già data con largo anticipo proprio Cernilli, ben prima degli americani insomma. Due volte l’aveva sancito, anzi. La prima in settembre, quando al Sassicaia 2015 era stato attribuita la prima posizione nella graduatoria dei Biwa, i Best Italian Wine Awards, e guarda caso nella commissione di questa creatura di Luca Gardini c’è proprio Daniele Cernilli. La seconda in ottobre, quando la Guida Essenziale di Doctor Wine, ossia dello stesso Daniele Cernilli, aveva tributato solo al Sassicaia 2015 lo stellare punteggio perfetto di 100 centesimi.

Ora, lo so, c’è chi dirà che le classiche non valgono niente e che le guide parimenti contano meno di un bruscolino e che i rating sono roba del passato. Dite quel che volete, però guide e classifiche e punteggi continuano invece a contare per chi esporta il vino, e pazienza se non hanno il peso che avevano prima, quando i tre bicchieri assegnati dalla guida co-firmata da Daniele Cernilli facevano da stella polare per il vino italiano sui mercati, sia quello domestico, intendo, sia quelli esteri. Contare meno non vuol dire non contare, e poi siamo proprio sicuri di questo “meno”? Abbiamo riscontri oggettivi per dirlo o sono solo dei “sentito dire”, magari in stile la volpe e l’uva? No, perché altrimenti mi domando che ce li mandino a fare i vini alle guide i produttori.

Se poi il Sassicaia non rappresenta il modello di vino cui il bevitore di turno fa riferimento, soprattutto oggi, nella montante tendenza al “naturale”, pazienza. Questo nulla toglie all’intuizione, all’indicazione che Cernilli ha saputo darci con largo anticipo. Aggiungo anche è inutile lamentarsi se il Sassicaia 2015, dopo essere stato premiato dagli americani di Wine Spectator, non lo si trova più, ché è quasi sparito dagli scaffali: bastava fidarsi di Cernilli e magari si faceva un affare. Ammettiamolo che continua a vederci dentro nel vino italiano.