Perché al ristorante non c’è una lista vini a testa?

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Mi capita spesso, quando sono a cena con la compagnia giusta, di scegliere i piatti sulla base della bottiglia (molto spesso delle bottiglie, perché ne prendiamo più di una) che intendiamo bere. Per cui, prima di ordinare i piatti, si discute dei vini. Ma la cosa è complicatissima, e non certo perché non si trovi l’accordo. No, il problema è un altro. Il problema è che nel mentre viene consegnato un menù a ciascun commensale, la lista dei vini è invece una sola a prescindere dal numero dei presenti al tavolo.

Ecco, questa cosa che nei ristoranti portino un menù a testa, ma una sola lista vini per tutto il tavolo la trovo assurda. Voglio un menù a testa e una lista vini a testa. Voglio che il vino abbia pari dignità della cucina.

Si obietterà che la carta dei piatti è su poche paginette, e quindi è facile riprodurla, mentre quella dei vini è talvolta monumentale. Bene, e questo che c’entra? Si portino in tavola due, tre, quattro liste monumentali. Sarà mica un problema, con le stampanti che ci sono oggi, vero? E comunque è proprio quando ci sono liste monumentali che occorre cercare il vino con attenzione, e dunque serve più di una lista per tavolo, accidenti. Soprattutto nei ristoranti dove i ricarichi sul vino sono da far venire l’orticaria. Mi fate pagare il vino una follia e non permettete neppure che io e i miei compagni di tavola scegliamo il vino con il dovuto approfondimento? Suvvia, non va bene.

E poi, diciamocelo, non è  il dottore a ordinarvi di fare carte monumentali. Si può scegliere, ridurre, sintetizzare, specializzare. Insomma, ci sono mille soluzioni. Basta volere. Basta volere che il cliente si senta a proprio agio, intendo. Dai, fate questo sforzo, ristoratori.