Era ora, c’è un ecommerce che promuove il bag in box

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“Era ora!” Mi è venuto da esclamare così quando ho visto comparire su un sito di ecommerce del vino un banner che promuove i bag in box qui in Italia. Un segno dei tempi, un atto quasi rivoluzionario per il nostro asfittico mondo vinoso.

Solo che l’offerta è sì rivolta agli italiani, ma viene da un ecommerce francese che ha una versione italiana del proppio portale. Si tratta di Vinatis. “Bag in box. Bentornate grigliate fra amici!” strilla il banner. Speriamo che questo lancio sia la sveglia ad altri qui dalle nostre parti. Ma già, qui da noi facciamo ancora fatica a tollerare il tappo a vite, figurarsi il bag in box. A noi italiani “ci piace” il rito del cavatappi nel sughero.

Vabbé, intanto annoto qualcuno dei “cubi” in vendita su Vinatis che potrebbe valer la pena di provare. Per esempio l’Anjou blanc (siamo in Loira) di Château du Breuil (ottimo produttore) in bag in box da 5 litri a 31,73 euro oppure il Côtes de Gascogne Classic del Domaine Tariquet, uno strabevibile bianco aromatico da 10,5 gradi alcolici da uve di ugni blanc, colombard, sauvignon e gros manseng a 18,90 euro per 3 litri. Tra i rosé ritengo molto affidabile il Sable de Camargue igp Gris Marin (siamo in Languedoc) di Château l’Ermitage, ma anche l’igp Var dei Maîtres Vignerons de Vidauban (qui siamo in Provenza) a 26,70 euro per il bag in box da 5 litri. Tra i rossi, è sempre interessante la cuvée Confidence del Domaine Fond Croze, uno vino dell’appellation Côtes du Rhône a 35,26 euro per 5 litri. In bag in box non li ho mai provati, questi vini, ma in bottiglia sì.


1 comment

  1. guglielmo

    Si tratta quasi sempre di vini più che dignitosi , spesso piacevoli (a me il classic di Tariquet sembra tra i più riusciti) che é giusto vengano proposti, accanto ai vini più importanti, ma da noi imperano ancora gli anonimi boccioni in plastica da 5 litri (a 5 euro e talvolta anche meno!), destinati alle osterie più scadenti per i clienti senza troppe pretese che vogliono un bicchiere di vino. Sono ormai pochissime le famiglie dove si beve vino tutti i giorni o con regolarità e dubito che sarebbero disponibili a pagare anche 20 euro. Stranamente i giovani che dovrebbero essere più aperti alle novità mi sembrano su queste cose anche più conservatori. Ma forse qualche buona cantina cooperativa potrebbe decidere di tentare l’avventura.

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