Era ora, adesso abbiamo il testo unico del vino

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Certo, adesso bisogna leggere per bene, e con calma, l’articolato e i contenuti, però finalmente abbiamo il “Testo unico del vino”. Insomma, c’è un unico corpus normativo sul settore enologico. Non più tante leggi e leggine. Bene. “Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che, con l’approvazione definitiva di oggi alla Camera dei Deputati – si legge in una nota ufficiale del Mipaaf -, il Testo unico del vino è legge”.
C’è poi una dichiarazione del ministro Maurizio Martina: “Il Testo unico del vino – dice – è legge. Un risultato al quale abbiamo lavorato molto in questi mesi insieme al Parlamento e che oggi è realtà. Finalmente diamo ai produttori una sola legge di riferimento con 90 articoli che riassume tutta la normativa precedente. Un’operazione di semplificazione che era attesa da anni e che consente di tagliare burocrazia, migliorare il sistema dei controlli, dare informazioni più trasparenti ai consumatori. Col Testo unico possiamo contribuire a rafforzare la crescita di un settore che già oggi vale più di 14 miliardi di euro e con un export che supera i 5,5 miliardi”.
“La promessa di approvare il provvedimento entro l’anno è stata mantenuta – sottolinea nella medesima nota il viceministro Andrea Olivero – grazie all’impegno dei parlamentari e al confronto costruttivo con tutti gli attori della filiera. Adesso è il momento di sfruttare le disposizioni di rilancio e semplificazione della legge per dare risposte concrete a un mondo produttivo che merita la massima considerazione per i risultati realizzati e la sua forte incidenza nello sviluppo territoriale.”
In particolare la legge “si concentra su un’operazione concreta di semplificazione su produzione, commercializzazione, denominazioni di origine, indicazioni geografiche, menzioni tradizionali, etichettatura e presentazione, gestione, controlli e sistema sanzionatorio”. Il provvedimento viene definito “un’unica legge di riferimento per il settore con un impianto chiaro che favorisce i produttori e gli operatori del settore e che porta a uno snellimento burocratico molto importante”.
Vi dovrebbero pertanto essere “più certezza del diritto, meno contenziosi e un sistema di controlli migliore per la tutela di un settore chiave per l’agroalimentare italiano” e poi “spazio all’innovazione con la possibilità di introdurre in etichetta sistemi di informazione al consumatore che sfruttino le nuove tecnologie contribuendo ad aumentare la trasparenza”.
Inoltre (il virgolettato è sempre preso dal comunicato ufficiale del Mipaaf), “tra le novità apportate dalla riforma è prevista una disposizione sulla salvaguardia dei vigneti eroici o storici al fine di promuovere interventi di ripristino recupero e salvaguardia di quei vigneti che insistono su aree soggette a rischio di dissesto idrogeologico o aventi particolare pregio paesaggistico”.
“Importante innovazione – conclude il testo ministeriale – anche nella tutela del prodotto contro la contraffazione. I controlli sulle imprese del settore vitivinicolo confluiscono nel registro unico dei controlli (RUCI) a prescindere se siano o no imprese agricole”.
Adesso, dicevo, si deve leggere il testo della legge. Intanto, incrocio le dita.