Ok, c’è chi cerca sempre più le bollicine secche, ma…

gabbietta_spumante_500

Sono tra coloro che se devono scegliere tra uno Champagne secchissimo e acido e uno più dosato e cremoso, quasi sempre preferiscono il primo. Anche se adoro qualche rarissimo démi sec e ancor più raro doux. Il numero di coloro che, se possono, optano per una bollicina secca, non dosata, sta indubbiamente crescendo. Però una rondine non fa primavera, e neanche un piccolo stormo la fa.

“Che ne pensa della tendenza ricorrente ad abbassare il dosaggio e della moda del dosaggio zero?” hanno chiesto Olivier Poels e Denis Saverot della Revue du Vin de France a François Roland-Billecart, presidente della maison Billecart-Salmon, e dunque uno che di questioni di bollicine se ne intende parecchio.

E lui: “Bisogna fare attenzione a non correre troppo. I vini di quel tipo non sono universali, e una parte di consumatori non li apprezza. Per parte mia, sono i miei preferiti, ma non bisogna diventare estremisti sulla questione. Del resto, non è per caso che il dosaggio è stato inventato in Champagne, perché ha una vera e propria funzione nell’elaborazione del vino. Certo, la materia prima non ha più niente a che fare con quella che era ancora trent’anni fa e oggi possiamo permetterci di dosare molto meno. È una buona cosa”.

Credo siano parole che fanno riflettere. Perché un conto è il bevitore – diciamo così – elitario, che però non “fa” il mercato, e un altro sono i milioni di consumatori che hanno gusti più “normali”, e questi non cercano le bollicine troppo secche.

Venendo alle faccende di casa nostra, ritengo che il successo del Prosecco stia anche e soprattutto in questo, nel fatto che le bollicine veneto-friulane hanno saputo dare una risposta semplice e immediata a una domanda “universale” di chi vuole un vino “facile” per il suo aperitivo con le bollicine.

Se il termine “prosecco” oggi identifica nel parlare comune la quasi totalità dei vini con le bolle – Champagne escluso, perché lo Champagne è lo Champagne – vuol dire proprio questo: il Prosecco è universale. In Francia ci fanno molta attenzione a quest’aspetto, e non vogliono correre troppo per non restare spiazzati dall’ascesa prosecchista. Noi invece siamo bravissimi a sparare contro chi ha successo, e così ci si illude di essere snob sparlando del Prosecco.