Non sempre è una fortuna se il prezzo delle vigne sale

vigna_luce_500

Secondo voi se un vigneto vale 87 milioni di euro l’ettaro è una fortuna oppure no? Perché c’è chi ha da poco sborsato 200 milioni di euro per comprare il venti per cento di Château Petrus e siccome si tratta in tutto di 11,4 ettari di vigneto, vuol dire che il venti per cento, ossia l’equivalente di 2,3 ettari, è costato proprio quella cifra là, 87 milioni a ettaro.

Allora ripeto la domanda: è una fortuna o no che le vigne valgano così tanto? Perché se domandate ai vigneron della zone più pregiate della Francia, vi diranno che sono profondamente, ma proprio profondamente preoccupati dall’ascesa continua del valore dei terreni in Borgogna come a Bordeaux o nello Champagne.

Sono preoccupati perché hanno paura di non poter più garantire che la famiglia mantenga la proprietà dei vigneti quando sarà il momento della successione. Temono insomma che i figli non possano continuare a fare i vignaioli, perché a impedirglielo saranno le imposte di successione troppo alte. Là in Francia, infatti, i vigneti vengono valutati, ai fini del pagamento della successione, in base al valore delle transazioni registrate dalla Safer – la Société d’Aménagement Foncier et d’Etablissement Rural – che opera sul singolo territorio. Più sono alti i valori delle transazioni registrate, più tasse si devono pagare in caso di passaggio ereditario. Se i valori sono tropppo alti, le famiglie contadine non ce la possono fare.

Ovvio che compravendite come quella che ha interessato Petrus rappresentano delle eccezioni, e dunque vengono tenute in conto come tali, ma altrettanto ovvio è che operazioni del genere creano comunque tensioni rialziste sul mercato dei vigneti. A Saint-Èmilion, per esempio, un ettaro di vigna può raggiungere anche i 10 milioni nei punti più pregiati, contro un valore base di 180 mila euro. La vendita di Château Troplong Mondot è avvenuta nel 2017 a un valore di 7,6 milioni di euro a ettaro. L’acquirente era una compagnia di assicurazioni, e da quando banche e assicurazioni hanno incominciato a investire sul vino i prezzi delle vigne sono saliti. In Borgogna, invece, Clos de Tarte è stato venduto a 220 milioni, che vuol dire 30 milioni di euro l’ettaro, ma ci sono vigne a Gevrey-Chambertin o Montrachet che sono stimate intorno ai 60 milioni l’ettaro. Così i vigneron cominciano a farsi i conti in tasca per vedere se ce la possono ancora fare a pagare le imposte di successione.

Volete approfondire? Leggete il pezzo che ha scritto Jérôme Baudouin sulla Revue du Vin de France di dicembre. S’intitola “La vente de 20% de Pétrus pour 200 millions déconcerte ses voisins“, e insomma parla di sconcerto dei vicini, spiegando che le compravendite a prezzi stratosferici stanno facendo esplodere i diritti di successione, tant’è che chi ha vigne da quelle parti “non è più sicuro di poterle trasmettere ai propri figli”.

Dunque, ripeto: è una fortuna o no che i vigneti abbiano valori stratosferici? Per i francesi la risposta è dubbia, sempre più dubbia.