Non c’è niente di giusto o di sbagliato

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“Penso che sia importante ricordare che bere vino dovrebbe essere divertente, un piacere. E che non ci sono cose giuste e cose sbagliate nell’apprezzare un vino”. A dire così non sono io, anche se condivido parola per parola. È invece una delle più autorevoli voci al mondo per quanto riguarda la critica e la divulgazione enologica. Sto parlando di Jancis Robinson. Lo ha spiegato al wine magazine americano VinePair. In un’intervista. Ha detto: “I think it’s most important to remember that drinking wine should be fun, a pleasure. And that there are no rights and no wrongs in wine appreciation”.
Ecco, dicevo che condivido parola per parola. È un po’ la risposta che mi viene fuori quando c’è alla mia tavola qualcuno che si schermisce dicendo che di vino non se ne intende, alludendo al fatto che se n’intende meno di quel che si pensa ne capisca io. “Semplicemente, dividi i vini tra quelli che ti piacciono e quelli che non ti piacciono”, replico allora.
Il gusto è soggettivo, per fortuna, e il piacere pure. Certo, il gusto si può educare, ci mancherebbe. Ma è e resta soggettivo, e non c’è nulla di dogmaticamente giusto o sbagliato. Non può esserci. Sennò saremmo macchine. Nel bene o nel male, non lo siamo.


1 comment

  1. Diana

    Sono d’accordo nel dire che il gusto è un fatto soggettivo e si può educare, per quanto riguarda il vino devo dire che bisogna educare molto.Il vino è frutto di lavoro in vigneto e in cantina che ognuno fa con i metodi che conosce e con una sua etica che intende seguire. Per questo le dico che è molto deludente vedere che i concorsi enologici sono spesso vinti da vini perfetti, ovviamente, da un punto di vista degustativo, rispecchiano gli standard, ma sono privi di personalità e questo non è ne giusto ne sbagliato.

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