Natale, per provare e ricostruire il nostro domani

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Che Natale, questo Natale. Diverso, per forza. Non so come farveli, gli auguri di Natale, perché quest’anno rischiano di sembrare ancora più retorici. Allora mi affido a parole non mie. A quelle di un prete, che faceva il parroco nel mio piccolo paese. Si chiamava don Giovanni Andreoli e disse che Natale significa “ricominciare daccapo, come fosse la prima volta, come fosse l’unica, come fosse la definitiva per intraprendere la strada della propria autocostruzione”. Credo che sia esattamente quello di cui adesso abbiamo bisogno, al di là delle fede. C’è necessità di ricostruirlo, il nostro domani che non ha più certezze, e ogni giorno è importante. Anche questo.

Buon Natale.

* l’omelia è quella del 25 dicembre 1989 e se ne trova breve memoria nel volumetto “Parole per i giorni di Natale”, di cui curai l’edizione nel 2003